Recensione: Tutti lo sanno
- CANNES 2018: L’iraniano Asghar Farhadi firma un thriller spagnolo ben fatto, una formidabile meccanica di precisione sul riemergere dei segreti del passato
I migliori registi hanno una sola lingua, quella della settima arte, che apre loro le porte del tempo e dello spazio, abolendo i confini delle culture locali per toccare gli spettatori nell'universalità delle loro emozioni. È il caso del regista iraniano Asghar Farhadi che ha saputo affermarsi nel mondo con storie radicate nel suo paese natale (About Elly, Una separazione, Il cliente [+leggi anche:
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scheda film]), ma che è anche in grado di esercitare il suo consumato talento di narratore in altri territori di cui non parla né capisce una parola, come aveva fatto in Francia con Il passato [+leggi anche:
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scheda film] nel 2013, e questa volta in Spagna con Tutti lo sanno [+leggi anche:
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scheda film], proiettato in apertura e in competizione al 71° Festival di Cannes. Un'incredibile facilità di immergersi altrove, senza scivolare verso la cartolina turistica, accompagnata qui da una moltiplicazione del numero di personaggi principali e secondari che il cineasta intreccia abilmente nel cuore di un intrigo sviluppato nella modalità del thriller familiare in ambiente rurale.
Siamo in un villaggio dove tutti si conoscono e dove l'atmosfera è di festa con i preparativi per il matrimonio di Ana (Inma Cuesta). Sua sorella Laura (Penélope Cruz) è tornata dall'Argentina per l'occasione, da sola con i suoi due figli, poiché suo marito non poteva venire. Genitori, figli, nipoti, amici, le generazioni si intrecciano nella casa di famiglia, nell'allegria della riunione. Tra di loro spicca Paco (Javier Bardem), che coltiva vigneti nei dintorni con la sua compagna Bea (Bárbara Lennie) e che scopriamo presto aver vissuto molto tempo prima un amore appassionato con Laura. L’euforica serata del matrimonio è in pieno svolgimento quando la luce va via in tutta la città. Scoppia una tempesta e Laura si accorge della scomparsa di sua figlia di 16 anni, Irene (Carla Campra) che era andata a letto. La ricerca comincia quando arriva un SMS: è un rapimento, la ragazza morirà se viene chiamata la polizia. In un secondo momento viene richiesto un riscatto di 300.000 euro. L'ansia è al culmine e presto Alejandro (Ricardo Darín), il padre di Irene, arriva dal Sud America. E visto che il sequestro deve aver avuto necessariamente bisogno della complicità di uno o più parenti, si innesta il sospetto, i rancori riaffiorano, alcuni segreti vengono svelati...
Sceneggiatore eccezionale, Asghar Farhadi tesse la sua tela in modo molto metodico, mostrando fin da subito la sua propensione verso il genere e la minaccia che aleggia prima di presentare abilmente il suo gran numero di protagonisti. Ma al di là della suspense tesa e degli indizi e di altre rivelazioni che stimolano lo spettatore a chiedersi chi possa essere il colpevole, ciò che interessa in particolare il regista sono gli ingranaggi innescati dall'evento traumatico, che attivano le molle del passato e smascherano una famiglia e una piccola comunità dove tutti sapevano molte cose... Interpretato in modo molto solido (specialmente dal suo trio di attori Cruz/Bardem/Darín) e filmato con serena padronanza, Everybody Knows è un brillante esercizio di stile e un film che potrà piacere al grande pubblico, anche se gli si potrebbero preferire le opere iraniane del regista che hanno una maggiore profondità psicologica.
Prodotto da Memento Films Production (Francia) e Morena Films (Spagna), Tutti lo sanno è coprodotto da France 3 Cinéma, Lucky Red (Italia), Rai Cinema (Italia) e Untitled Films AIE (Spagna), ed è venduto da Memento Films International.
(Tradotto dal francese)
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