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CANNES 2018 Un Certain Regard

Recensione: The Gentle Indifference of the World

di 

- CANNES 2018: Il regista kazako Adilkhan Yerzhanov, coprodotto dalla Francia, firma un film poetico e realista sull’amore e la mancanza di libertà

Recensione: The Gentle Indifference of the World
Dinara Baktybayev e Kuandyk Dussenbaev in The Gentle Indifference of the World

“Ho girato tutto il mondo, le meraviglie della Terra, ma nulla è uguale a te, tu, il tuo vestito rosso e il tuo ombrello giallo”. Il regista kazako Adilkhan Yerzhanov ci porta in una scia di sentimenti puri che si dibattono in un ambiente prosaico, materialista e spregevole. Tali sentimenti sono gli elementi di The Gentle Indifference of the World [+leggi anche:
trailer
intervista: Adilkhan Yerzhanov
scheda film
]
. Un film dal ritmo calmo con uno stile cinematografico tradizionale che è stato presentato nella sezione Un Certain Regard del 71esimo Festival di Cannes. Mescolando inquadrature interne minimaliste ai vasti panorami di pianure dorate della sua ambientazione con le montagne da sfondo, il regista suona una partitura molto particolare, teatrale, simbolica e atemporale, ma che risuona anche in un mondo molto reale dove si litiga per un pugno di verdure, dove si è obbligati a far tacere la propria coscienza e dove gli uomini si nascondono all’ombra dei pannelli degli uffici abusando del trambusto economico, e soprattutto delle donne.

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Si tratta dunque della triste storia della virtù pestata dal vizio e una storia sulla forza eterna dell’amore (con una sceneggiatura co-firmata dal regista Roelof Jan Menneboo). E per illustrare ciò, il film inizia con delle gocce di sangue che gocciolano su un fiore bianco. In un ambiente rurale tranquillo, la bellissima Saltanat (Dinara Baktybayev), una laureata in medicina che sa parlare inglese e che ha dimestichezza con gli strumenti informatici, ma allo stesso tempo appassionata di letteratura e pittura, deve far fronte a un dramma familiare: il suicidio di suo padre, pieno di debiti. Implorata da sua madre e per evitare la confisca del terreno e della piccola casa di famiglia, parte in città per incontrare suo zio che progetta di darla in matrimonio a uno dei suoi soci in affari. Accompagnata da Kuandyk (Kuandyk Dussenbaev), il suo amico d’infanzia (evidentemente innamorato di lei) che intende vegliare su di lei, la giovane donna tenterà all’inizio di evitare di cadere tra le grinfie di questi uomini terribili in giacca e cravatta, lavorando come donna di pulizie in un ospedale. A sua volta, Kuandyk si ribella al controllo sul commercio di ortaggi da parte di un padrino locale. Ma ben presto, i nostri due protagonisti dovranno rischiare, tuttavia senza che i loro ideali più profondi siano annichiliti…

Composto da belle inquadrature statiche, The Gentle Indifference of The World è un’opera molto stilizzata e non convezionale nella profusione di lungometraggi che s’immergono nella modernità. Un approccio che gli dà un’innegabile eleganza delicata (dove si percepisce alcune volte l’influenza del cinema muto) e un carattere narrativo molto languido nonostante gli avvenimenti che danno ritmo alla storia. Possiamo ascoltare qualche citazione di Albert Camus, ma vedere anche inseguimenti e azzuffamenti, pistole e spari e anche le stesse forze speciali mobilitate per bloccare la strada ai nostri due amanti. Una parabola avvolta da una leggera distanza concettuale composta con grande cura che conferma (tra gli altri, dopo The Owners che era stato proiettato a Cannes in proiezione speciale nel 2014) la forte identità artistica di un autore ancorato alle tradizioni della settima arte.

The Gentle Indifference of the World è stato prodotto dalla società kazaka Shorts Brothers insieme ai francesi di Arizona Productions. Il film è venduto a livello internazionale da Beta Cinema.

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(Tradotto dal francese da Francesca Miriam Chiara Leonardi)

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