Recensione: The End? L’inferno fuori
- Ambientata dentro un ascensore, l’opera prima di Daniele Misischia immagina una Roma apocalittica dove un virus letale trasforma le persone. Un film prodotto dai Manetti bros.
Il traffico di Roma, un ascensore bloccato e un’invasione di zombie. Tre situazioni infernali in un colpo solo nell’esordio alla regia di Daniele Misischia, classe 1985, un passato come operatore e regista di seconda unità per i Manetti bros. E sono proprio Marco e Antonio Manetti, i fratelli d’oro del cinema di genere italiano (Ammore e malavita [+leggi anche:
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intervista: Marco e Antonio Manetti
scheda film] il loro ultimo successo) a produrre The End? L’inferno fuori [+leggi anche:
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scheda film], questo horror apocalittico ambientato quasi interamente dentro un ascensore, presentato per la prima volta al FrightFest 2017 di Londra, poi passato all’ultima Festa del cinema di Roma e ora in uscita nelle sale italiane il 14 agosto.
Mattatore assoluto del film è Alessandro Roja (protagonista per i Manetti in Song’e Napule [+leggi anche:
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scheda film]), qui nei panni di Claudio Verona, un uomo d’affari vanesio e insolente, diretto a un importante incontro di lavoro. Ma a mettersi di traverso non basta il traffico del lungotevere, più congestionato del solito: a impedire a Claudio di arrivare puntuale all’appuntamento ci si mette anche l’ascensore dell’ufficio che si blocca. L’irritazione del giovane manager è alle stelle, la sua arroganza pure, nei riguardi di chiunque gli capiti a tiro: dall’uomo dall’altra parte dell’interfono (la voce è di Marco Manetti) che non si sbriga a farlo uscire da lì, alla moglie che al telefono osa chiedergli di comprare il latte prima di rientrare a casa (quella che sentiamo è Carolina Crescentini). Ma quando Claudio capirà che qualcosa di terribile sta succedendo fuori da quell’ascensore – un virus letale sta trasformando le persone in zombie – sarà costretto ad abbassare le penne e a lottare per la sopravvivenza.
L’ascensore bloccato tra due piani, con le ante semiaperte, giusto il necessario per respirare e per intravedere ciò che accade fuori, diventa per il protagonista una gabbia che lo rende impotente verso gli eventi (vede cadere uno a uno colleghi, amici, collaboratori) e allo stesso tempo un luogo protetto, inaccessibile ai continui assalti degli “infetti”, quindi la sua salvezza. Mentre là fuori tutti si stanno trasformando in esseri immondi assetati di sangue, il percorso di Claudio entro quelle quattro mura di metallo è inverso: ritrova l’umanità, il rispetto e la solidarietà verso gli altri, l’amore per sua moglie. Uno zombie-movie con risvolti intimisti: “Claudio non è un eroe”, specifica Misischia, anche autore della sceneggiatura con Cristiano Ceccotti, “per quanto assurda sia, la situazione rimane realistica. Il personaggio di Claudio è un uomo comune, cinico che, grazie a questa esperienza, migliora”.
Girato in quattro settimane, The End? è una pellicola low budget, ma non si direbbe. Ben diretto, ben interpretato e tecnicamente compiuto – una nota di merito in particolare va al trucco, opera di Leonardo Cruciano – il film si perde un po’ nella sceneggiatura, soprattutto nella seconda parte, quando gli attacchi degli infetti si fanno ripetitivi e gli eventi tardano ad evolversi. Segna comunque un promettente esordio nella produzione per la neonata Mompracem dei Manetti bros. e Carlo Macchitella, una società che punta a essere “un'isola di pirati nel mare del cinema italiano” (la definizione è di Marco Manetti), fare film diversi (“i film che ci piacciono”) e a riportare in auge il cinema di genere d’autore italiano.
The End? L’inferno fuori è prodotto da Mompracem con Rai Cinema, e sarà distribuito dal 14 agosto da 01. La distribuzione internazionale è affidata a Beta.