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VENEZIA 2018 Orizzonti

Recensione: Quel Giorno d'Estate

di 

- VENEZIA 2018: Il nuovo dramma familiare di Mikhaël Hers guarda con intelligenza alle conseguenze di un attacco terroristico

Recensione: Quel Giorno d'Estate
Vincent Lacoste e Isaure Multrier in Quel Giorno d'Estate

Proiettato nella sezione Orizzonti della Mostra di Venezia, Quel Giorno d'Estate [+leggi anche:
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(Amanda), terzo film di Mikhaël Hers (Memory Lane [+leggi anche:
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), comincia come uno spumeggiante e romantico spaccato di gioia di vivere in cui l'attore francese Vincent Lacoste interpreta alla perfezione David, un affabile ragazzo che sorveglia condomini e taglia come volontario gli alberi della città. Un giorno, Léna (Stacy Martin) entra nella sua vita, e il loro flirt è talmente banale che David arriva a prestarle una penna lanciandola dalla finestra del suo palazzo. Una piccola iniezione di realismo arriva ogni volta che incontra sua sorella Sandrine (Ophélia Kolb), madre single con una figlia di sette anni, l'irresistibile Amanda (Isaure Multrier), ma anche lei non manca di concedersi qualche piacere, comprando per sé e suo fratello i biglietti per andare a vedere una partita di tennis a Wimbledon. L'unico cenno a una vita non sempre facile arriva quando viene svelato che la madre inglese si è messa in contatto con loro per la prima volta dopo venti anni, e David è fermamente convinto di non volerla vedere.

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L'atto di apertura è uno stratagemma intelligente di Hers, che ci mette a nostro agio in questa bolla frivola prima di sbatterci in faccia la storia più brutale e realistica che vuole raccontare. Un atto di terrorismo cambia le loro vite per sempre, e il tono cambia quando vediamo David che cerca di far fronte alle conseguenze dell'attacco. Invece di abbandonarsi allo shock, Hers sceglie di evidenziare i passi che devono affrontare le famiglie delle vittime del terrorismo, dalle realtà burocratiche all'effetto psicologico che ha su tutte le parti.

Il focus del film si sposta su Amanda e la sua relazione con David. Hers mescola abilmente le storie al centro delle cronache dopo i recenti attacchi in Francia, così come la tensione e la paura causate dai fuochi d’artificio che esplodono in città, e c'è una scena brillante in cui la reazione pragmatica di David dinanzi a una donna rimproverata per aver indossato un burka è un commento sorprendente sulla società. La caratteristica più notevole di Amanda è che tutto questo viene fatto mantenendo un tono abbastanza leggero, e il film evita l'approccio aggressivo visto nelle opere dell’islamofobo, per sua stessa ammissione, Michel Houellebecq.

Amanda è prodotto da Pierre Guyard per Nord-Ouest Films, e coprodotto da Arte France Cinéma. Il distributore francese è Pyramide e le vendite internazionali sono affidate a MK2.

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(Tradotto dall'inglese)

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