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TORONTO 2018 Masters

Recensione: Divine Wind

di 

- TORONTO 2018: L'algerino Merzak Allouache firma il suo lavoro più politico, su una coppia di terroristi dell'ISIS che pianifica un attacco a una raffineria di petrolio algerina

Recensione: Divine Wind
Sarah Layssac e Mohamed Oughlis in Divine Wind

Il Festival di Toronto ha ospitato la prima mondiale del nuovo lungometraggio del cineasta algerino Merzak Allouache nella sezione Masters. Divine Wind [+leggi anche:
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ha per protagonisti due terroristi dell'ISIS che pianificano un attentato a una raffineria di petrolio algerina. La finzione offre un monitoraggio psicologico di questa coppia di suicidi, concentrandosi sui dubbi esistenziali o le conferme che la missione risveglia in loro dal momento in cui si incontrano per la prima volta fino alla vigilia dell’attentato.

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La trama di Divine Wind, impreziosita da una fotografia in bianco e nero portentosa ad opera di Mohamed Laggoune, si svolge quasi interamente nel claustrofobico interno di una casa sperduta in mezzo al deserto del Sahara algerino. In quella casa, vicino alla città di Timimoun, si trova Armine (Mohamed Oughlis). Il giovane attende l'arrivo del suo superiore: una misteriosa donna siriana di nome Nour (Sarah Layssac) che ha perso tutta la sua capacità di provare empatia nei confronti di qualsiasi essere umano.

Fin dall'inizio, Nour imporrà le regole e tratterà Armine come un soldato di grado inferiore. Tuttavia, mano a mano che i giorni trascorrono rinchiusi nella base segreta, in attesa della consegna degli esplosivi da parte di altri membri dello Stato Islamico, Armine svilupperà una fascinazione pericolosa per la sua compagna. Un'ammirazione che alla fine si trasformerà in attrazione, mettendo a repentaglio l'integrità della missione. Al contrario, i dubbi di Armine sul significato della missione radicalizzeranno ulteriormente il comportamento e gli ideali di Nour.

In questo film, probabilmente il più politico della sua carriera, Merzak Allouache prosegue l’esplorazione della radicalizzazione dell'Islam che aveva cominciato con il suo film precedente Investigating Paradise [+leggi anche:
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: un documentario basato su interviste a musulmani, in cui gli interpellati dovevano definire che cosa fosse il paradiso per loro e se credevano che dopo la loro morte ci sarebbero state 72 vergini in loro attesa come promesso dal Corano. Entrambi i film, ma soprattutto Divine Wind, riflettono la preoccupazione e l'opinione personale del regista su un tema di grande attualità: l'estremismo e il fanatismo religioso diffuso nella comunità araba.

Divine Wind è stato prodotto dalla francese Les Asphofilms e l’algerina Baya Films, con l’appoggio del Doha Film Institute. La compagnia Les Asphofilms si occupa delle vendite internazionali.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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