Recensione: Quién te cantará
- SAN SEBASTIÁN 2018: L’attesissimo terzo film di Carlos Vermut è un racconto sofisticato e intricato sulla doppiezza, l’autenticità, la fama, il furto d’identità e il karaoke

Quattro anni fa il Festival del Cinema di San Sebastián mise nel posto che meritava, all'interno della cinematografia spagnola, un madrileno che fino a quel momento pochi conoscevano: Carlos Vermut, che era noto solo nei circuiti alternativi e tra gli utenti di Internet per un film inclassificabile che lasciava intravedere la sua audacia: Diamond Flash [+leggi anche:
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scheda film]. Ma la Concha d’Oro per il miglior film e quella d’Argento per il miglior regista ottenuto a San Sebastián nel 2014 per il suo secondo lungometraggio, Magical Girl [+leggi anche:
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intervista: Carlos Vermut
scheda film], ha permesso ai media e al pubblico di accedere al suo universo unico, popolato da umani di psicologia complessa e azioni ancora più difficili da qualificare. Il suo nuovo film è intitolato Quién te cantará [+leggi anche:
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intervista: Carlos Vermut
scheda film] e come i suoi due film precedenti, non lascia indifferente lo spettatore.
Vermut è affascinato dalla cultura giapponese e dal karaoke. Le tracce della prima sono presenti in Magical Girl; il secondo, a nostro parere, è stato il seme di Quién te cantará: il regista stesso è un assiduo frequentatore di quei bar pacchiani della capitale spagnola, dove chiunque può diventare – per tre minuti, su un palcoscenico e davanti a un microfono – Alaska, Amaral o Mocedades (e infatti, una delle sue melodie più popolari dà il titolo a questo film). È quello che fa la protagonista del suo nuovo e ipnotico lungometraggio: imitare la sua cantante preferita, la sua dea, la sua ancora di salvezza in una vita spezzata, anodina e grigiastra. Eva Llorach interpreta con moderazione e devozione questa Violeta la cui personalità si avvicina al suo ideale quando diventa davvero un doppio della star, Lila Cassen, cui dà vita Najwa Nimri, un'attrice e un'artista pop fuori dallo schermo, che qui esegue un lavoro che ha molto dell'autoritratto, del mettersi a nudo e dell'autoanalisi.
Affiancate da altri due portenti interpretativi come la veterana Carme Elías e la giovane ma ben nota Natalia de Molina, le quattro (guidate da Vermut) costruiscono un mondo di donne che si vampirizzano a vicenda, si riflettono e si distruggono. Un alone di tragedia attraversa le immagini sofisticate ed eleganti di un film che, pur impacciato e freddo nella sua parte centrale, esplode nel suo terzo atto, lasciando il pubblico senza parole, quando tutti i pezzi si incastrano con armonia per evocare una storia tanto fatale quanto affascinante.
Perché Vermouth, pur essendo se stesso ma allo stesso tempo anche altro, come i personaggi che ha creato, ha mescolato in Quién te cantará l'Hitchcock di Rebecca, la prima moglie e La donna che visse due volte con il Bergman di Persona e Sinfonia d'autunno, Almodóvar con Blade Runner, il lesbismo vampirico con i bambini tirannici, i dubbi di identità con l'eredità castrante, e l'eleganza cinematografica con la più insopportabile crudeltà. Tutto ciò si traduce in un film così soggiogante, drammatico ed enigmatico, oltre che bello, che conferma questo artista, che è anche fumettista, come un autore audace, moderno, coraggioso, originale e unico che ci chiede con questo film: Chi siamo veramente?
Quién te cantará, scritto e diretto da Carlos Vermut, con la fotografia di Eduard Grau (Buried-Sepolto [+leggi anche:
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scheda film]) e la colonna sonora firmata da Alberto Iglesias (Julieta [+leggi anche:
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scheda film]), è una produzione delle compagnie spagnole Apache Films, Las Películas del Apache e Áralan Films e della francese Les Films du Worso. Delle sue vendite si occupa l’agenzia catalana Film Factory Entertainment, e della sua distribuzione in Spagna, a partire dal 26 ottobre, Caramel Films.
(Tradotto dallo spagnolo)
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