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ROMA 2018

Grandi ospiti e 34 prime mondiali alla 13ma Festa del cinema di Roma

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- Martin Scorsese, Isabelle Huppert, Cate Blanchett e Michael Moore tra i protagonisti dell’edizione dal 18 al 28 ottobre. Tra le anteprime, Millennium e il nuovo film di Paolo Virzì

Grandi ospiti e 34 prime mondiali alla 13ma Festa del cinema di Roma
Millennium: Quello che non uccide di Fede Álvarez

Al quarto anno di direzione di Antonio Monda, la Festa del cinema di Roma cresce (+20% di pubblico e incassi) e si fa sempre più internazionale, delineando meglio la sua identità, al contempo raffinata e popolare, e confermandosi un importante luogo di condivisione dove star del cinema mondiale vengono a parlare di cinema, anche senza vincoli di promozione, semplicemente perché ne hanno voglia e per godersi la festa. Su quest’ultimo punto il direttore artistico Monda ha insistito in particolar modo nel presentare, oggi a Roma, il programma della 13ma edizione (18-28 ottobre), dove ampio spazio sarà dato, come gli anni passati, agli Incontri ravvicinati con registi, attori e grandi personalità della cultura (14 in tutto), ormai un marchio di fabbrica della Festa. Saranno a Roma Martin Scorsese e Isabelle Huppert, che riceveranno entrambi un premio alla carriera, e poi, fra gli altri, Cate Blanchett, Michael Moore (di cui sarà proiettato il nuovo lavoro, Farenheit 11/9, su Donald Trump), Sigourney Weaver, Giuseppe Tornatore, Mario Martone, e il delegato generale di Cannes Thierry Frémaux, che parlerà del futuro dei festival. 

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Tra i 39 film della Selezione ufficiale (31 in tutto le nazionalità rappresentate quest’anno alla Festa e 34 le prime mondiali), spicca il lancio in anteprima assoluta di Quello che non uccide [+leggi anche:
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di Fede Álvarez, nuovo capitolo della saga di Lisbeth Salander, con Claire Foy, e di Mia e il leone bianco [+leggi anche:
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di Gilles de Maistre. Tra gli altri titoli europei, Kursk [+leggi anche:
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di Thomas Vinterberg, sul sottomarino russo a propulsione nucleare che affondò nel Mare di Barents nel 2000; Ether [+leggi anche:
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di Krzysztof Zanussi, sugli esperimenti con l’etere di un medico senza scrupoli all’inizio del XX secolo; Stan & Ollie [+leggi anche:
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di Jon S. Baird, sulla tournée teatrale dei due amatissimi comici, vicini ormai al loro canto del cigno, nell’Inghilterra del 1953; e poi ancora, Before the Frost [+leggi anche:
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di David Verbeek, e i primi due episodi della serie di produzione britannica diretta da Park Chan-wook, The Little Drummer Girl. Per l’Italia, si segnalano in gara Il vizio della speranza [+leggi anche:
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di Edoardo De Angelis (applaudito a Toronto) e Diario di tonnara di Giovanni Zoppeddu, e, tra gli Eventi speciali, l’atteso Notti magiche [+leggi anche:
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di Paolo Virzì (film di chiusura) e due documentari musicali, Noi siamo Afterhours di Giorgio Testi, sui trent’anni di storia della band capitanata da Manuel Agnelli, e Vero dal vivo di Daniele Barraco, su Francesco De Gregori.

Il fil rouge di quest’anno è il noir, a partire dal film d’apertura, 7 sconosciuti a El Royale di Drew Goddard, con Jeff Bridges e Dakota Johnson, definito da Monda un “neo-noir molto glamour”. Tra i temi forti, quello delle leggi razziali e l’Olocausto, con quattro documentari (tra cui 1938 - Quando scoprimmo di non essere più italiani di Pietro Suber) riuniti nella finestra Per non dimenticare, e la "rieducazione" degli omosessuali con Boy Erased di Joel Edgerton, nella sezione Tutti ne parlano. Le retrospettive sono dedicate a Peter Sellers (protagonista anche del bel manifesto di questa edizione) e Maurice Pialat, con una selezione di 12 e 10 film rispettivamente. Tra gli omaggi, quello a Robert Redford, a Roma con il suo ultimo film (The Old Man & the Gun) prima del ritiro definitivo dalle scene, e quelli a registi recentemente scomparsi come Ermanno Olmi, Vittorio Taviani e Carlo Vanzina.

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