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VARSAVIA 2018

Recensione: Thou Shalt Not Kill

di 

- Il primo film di Cătălin Rotaru e Gabi Virginia Şarga esplora uno dei problemi sociali più urgenti della Romania: il sistema sanitario

Recensione: Thou Shalt Not Kill
Alexandru Suciu in Thou Shalt Not Kill

Due anni dopo che il loro primo corto, 4:15 PM The End of the World, è stato proiettato nella competizione cortometraggi a Cannes, il duo registico rumeno composto da Cătălin Rotaru e Gabi Virginia Şarga torna sotto i riflettori con il suo primo lungometraggio, Thou Shalt Not Kill [+leggi anche:
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, ora in lizza nella Competizione 1-2 al Warsaw International Film Festival (12-21 ottobre). La loro esplorazione del sistema sanitario rumeno è strettamente connessa ai recenti scandali che hanno fatto pensare a molti che essere curati in un ospedale rumeno sia persino più pericoloso di non essere curati affatto.

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La storia, scritta dai due registi, si concentra su Cristian (Alexandru Suciu), un giovane chirurgo pediatrico che lavora in un grande ospedale di Bucarest. È devastato quando uno dei suoi giovani pazienti muore improvvisamente in ospedale dopo aver subito un intervento chirurgico per una semplice ernia. Certo che nessuna delle sue azioni sia stata responsabile della morte del bambino, Cristian trova presto il colpevole: i biocidi difettosi usati nell'ospedale non riescono a uccidere i batteri pericolosi nelle sale operatorie e nei reparti di rianimazione, mettendo in pericolo anche la vita dei pazienti trattati per problemi minori. Ben presto, Cristian si ritroverà a combattere contro un intero sistema di medici corrotti, indifferenti dirigenti ospedalieri e funzionari governativi.

Naturalmente, la prima cosa che viene in mente a un fan della cosiddetta New Wave rumena è che Thou Shalt Not Kill esplora lo stesso soggetto di uno dei suoi classici immediati, La morte del signor Lazarescu [+leggi anche:
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di Cristi Puiu. Tredici anni dopo che il film di Puiu ha vinto il premio Un Certain Regard a Cannes, era tempo che un regista tornasse in quel luogo dove, dietro le porte e le pareti bianchissime si nascondono persone con un'anima molto oscura. Vediamo un mondo in cui i dottori più anziani godono del potere assoluto sui loro colleghi più giovani e dove "nessuno vuole una rivoluzione", come dice il collega di Cristian, Ilie (Elias Ferkin), stupito che il suo più appassionato collega rimanga incredulo davanti al fatto che tutti sono a conoscenza dei biocidi difettosi e che nessuno fa nulla per risolvere la situazione.

La forza del film risiede nel suo giovane protagonista, che potrebbe diventare uno di quegli eroi anonimi che la storia non ricorda mai. Tifiamo per lui e ammiriamo i suoi ideali, ma lo vediamo anche abbassare lentamente le sue aspettative dal salvare vite ad almeno non danneggiare i suoi pazienti (primum non nocere, la prima regola del giuramento di Ippocrate, era uno dei titoli provvisori del film). Una conversazione emotiva con i genitori del defunto paziente di Cristian rivela un duplice dolore: hanno perso un bambino, mentre il chirurgo ha perso lo scopo stesso della sua esistenza.

Purtroppo, alcune delle scene più potenti del film soffrono a causa di una certa artificialità nel modo in cui gli attori interagiscono. C'è una ruvidezza non cinematica nelle loro battute che può risultare molto meglio su un palcoscenico teatrale che non sullo schermo, ma la storia forte del film e il modo in cui si svolge potrebbero rivelarsi efficaci sia per il pubblico locale che per quello straniero. In questo senso, Thou Shalt Not Kill assomiglia a “I Do Not Care If We Go Down in History as Barbarians” [+leggi anche:
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di Radu Jude: entrambi hanno i loro difetti, ma non c'è alcuna possibilità che lascino il loro pubblico indifferente.

Thou Shalt Not Kill è prodotto da Axis Media Production e Green Cat Film. A curare le vendite internazionali è Indie Sales. Il film uscirà in Romania con Fast Idea Distribution il prossimo febbraio.

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(Tradotto dall'inglese)

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