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SIVIGLIA 2018

Recensione: Il se passe quelque chose

di 

- La regista francese Anne Alix ci offre un ritratto intimo di due donne apparentemente agli antipodi i cui percorsi esistenziali si incrociano per trasformarle

Recensione: Il se passe quelque chose
Lola Dueñas e Bojena Horackova in Il se passe quelque chose

La sezione Las Nuevas Olas del XV Festival del Cinema Europeo di Siviglia ha ospitato la proiezione di Il se passe quelque chose [+leggi anche:
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scheda film
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, secondo lungometraggio della francese Anne Alix, che ha avuto la sua prima mondiale nella selezione ACID di Cannes quest’anno. Si tratta di un singolare road movie con protagoniste due donne che, nonostante le loro personalità apparentemente opposte, attraversano insieme delle esperienze che finiranno per unirle. La prima è Dolores (la sempre squisita Lola Dueñas), una scrittrice spagnola che gira la Provenza francese intenta a elaborare una guida turistica gay-friendly. La seconda è Irma (Bojena Horackova), una donna immersa in una profonda crisi esistenziale dopo la morte di suo marito e la perdita del lavoro. L’incontro tra le due avviene quando quest’ultima tenta di togliersi la vita senza riuscirci: è allora che si crea un legame tra le due donne che finirà per trasformarle.

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In un primo momento vediamo in Dolores una donna sicura e forte, la vediamo abbandonarsi al sole che le bacia la pelle, godere assaporando deliziosi gelati e acquistare senza problemi vestiti costosi nei centri commerciali che raccomanderà nella guida per viaggiatori per la quale lavora. Irma, invece, ci appare come una donna assolutamente persa, i suoi occhi riflettono il vuoto più assoluto e i suoi gesti ci rivelano una donna fragile che riesce a malapena a mettere un piede davanti all'altro per camminare. Insieme percorrono una Francia lontana dai cliché di baguette e croissant: città di provincia senza grandi attrazioni a prima vista, ma che alla fine conquistano lo spettatore grazie alla capacità della cinepresa di Alix di restituire la bellezza dei luoghi più ordinari.

Dolores e Irma avanzano nel loro viaggio incontrando gli abitanti dei vari luoghi che visitano: un bracciante che viene dall'Ecuador, un gruppo di amici pensionati perplessi dinanzi alla possibilità che ci siano uomini gay interessati a visitare la zona, un uomo di origine spagnola che sogna che suo figlio abbia successo come torero, operai in posa a torso nudo per le foto che illustrano la guida turistica... Si tratta di persone reali che interpretano se stesse, il che pone il film a metà tra finzione e documentario, con il valore aggiunto di servire come un ritratto accurato di un luogo nel mondo in continua trasformazione. Le tradizionali costruzioni marine coesistono con le mastodontiche fabbriche, che riflettono le loro luci sulle onde del mare. I più bei paesaggi naturali sono invasi da immensi generatori eolici e imponenti torri elettriche in acciaio. Questi contrasti creano un'atmosfera tanto affascinante quanto inquietante, che trasforma ciò che vediamo in una sorta di ritratto fisico e spirituale del luogo.

Gli incontri con estranei, le conversazioni intime tra loro e l'esperienza del viaggio stesso fanno sì che Dolores e Irma si trasformino a poco a poco. La prima ci si rivela come una donna meno stabile e sicura di quanto potevamo pensare all'inizio, la seconda mostra una tempra e una capacità di resistenza che era difficile sospettare quando l'abbiamo vista per la prima volta. Entrambe ci si rivelano, in definitiva, come donne complesse e coraggiose con le quali non ci dispiacerebbe viaggiare in auto per scoprire con loro un posto sconosciuto.

Il se passe quelque chose è una coproduzione di Shellac Sud, che si occupa anche della sua distribuzione in Francia e a livello internazionale.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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