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Controcorrente

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- Il regista cileno nel suo nuovo film torna alle atmosfere noir anni ’50. Miles Davis e Sartre si mescolano con Trenet e Prévert, gli scrittori in crisi di ispirazione con gli assassini

Clip

Presentato ieri nella sezione Controcorrente, Une place parmi les vivants di Raoul Ruiz è un racconto faustiano ambientato in una Francia dalle atmosfere noir degli anni '50.
Il prolifico regista cileno, residente ormai da anni in Europa, torna ad affrontare le tematiche, a lui care, del male e dell'esistenzialismo, della psicologia del crimine e delle bugie in un ambiente pieno di richiami alle due anime di una Parigi scomparsa, quella di Miles Davis e Sartre da un lato e quella di Trenet e Prévert dall'altro.
Uno scrittore senza ispirazione viene contattato da un serial killer che gli chiede di raccontare la sua storia: è un patto con il diavolo, ma il diavolo altri non è che uno scrittore, anch'egli senza ispirazione, che chiede una biografia immaginaria di delitti che avrebbe voluto commettere.

"Mi piace mescolare materiale nobile con paccottiglia" dice il regista con la consueta verve, "faccio film in totale economia, e riesco a salvare la libertà. Ho girato per questo in Romania, con uno staff di vecchia formazione sovietica: l'economia è una cifra stilistica".
Mentre le vendite di Une place parmi les vivants, prodotto da Alizes Film e Arte France, sono affidate a Roissy Films, Ruiz pensa già al futuro: una pellicola, dalla struttura del reality show, ambientata a Montreal.

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