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BERLINALE 2019 Panorama

Recensione: La Arrancada

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- BERLINO 2019: Nel suo primo film, sull'atleta cubana Jenniffer, Aldemar Matias va in giro a riprendere la sua famiglia e il suo paese, ma crea un film che non lascia un'impressione duratura

Recensione: La Arrancada
Jenniffer Rodriguez Lamoth in La Arrancada

Sigari, mojito, spiagge divine, crimini perpetrati dal regime di Fidel Castro... Cuba viene di solito presentata in bianco o nero. La terra di mezzo, o area grigia, che si potrebbe chiamare "vita di tutti i giorni", raramente viene vista al cinema. Ma il debuttante brasiliano Aldemar Matias comincia La Arrancada [+leggi anche:
trailer
intervista: Aldemar Matias
scheda film
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(proiezione in Panorama alla 69ma Berlinale) in un'aula scolastica, e ha una buona ragione per farlo.

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Il pubblico fa la conoscenza di Jenniffer e dei suoi compagni di squadra, a cui viene ricordato che gli atleti sono figure molto importanti nella società cubana. Sono paragonati agli antichi dei che risiedevano sul Monte Olimpo, e chiunque corra, salti o lanci cose indossando i colori nazionali è un patriota. Ma cosa succede quando il corpo di qualcuno si rifiuta di collaborare a causa di un infortunio sportivo? L'atleta è un patriota o no? Jenniffer potrebbe prendersi una pausa, ma la sua autoritaria madre la spinge a continuare il suo allenamento – è il suo dovere patriottico, dopo tutto. Ma sostiene anche suo figlio e i suoi piani di lasciare il paese per molto tempo.

Matias presenta una famiglia cubana moderna e standard con tutte le sue contraddizioni e complessità. Entra in contatto molto intimo con Jenniffer e i suoi parenti, creando così un efficace studio del personaggio. La videocamera è vicina ai soggetti del film, ma non dà mai l'impressione di essere un’intrusa o una presenza invadente che disturba il corso naturale degli eventi, e questo tipo di rapporto con i protagonisti può essere visto come un segno di talento per un documentarista (e non è davvero offuscato dal fatto che Matias abbia lavorato con la protagonista in precedenza).

Sfortunatamente, il film manca di uno strato più profondo e in realtà non va oltre un esame basilare dell'argomento. La Arrancada è un film piacevole da vedere e breve (63 minuti), ma non riesce a lasciare un'impressione duratura. Ma questo non deve servire a scoraggiare il regista – che, dopo aver terminato una gara, dovrebbe ovviamente riposare un po’ e prepararsi per la prossima.

On the Starting Line è coprodotto da Francia, Cuba e Brasile. David Hurst di Dublin Films ha prodotto il film, e FiGa Films detiene i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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