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BERLINALE 2019 Fuori concorso

Recensione: L'Adieu à la nuit

di 

- BERLINO 2019: André Téchiné propone un film che ci mette nella stessa condizione di disorientamento del personaggio di Catherine Deneuve dinanzi a due giovani che partono per la Siria

Recensione: L'Adieu à la nuit
Catherine Deneuve e Kacey Mottet Klein in L'Adieu à la nuit

E’ con l'immagine di una campagna soleggiata che lascia il passo a un’eclissi di sole improvvisa che si apre il nuovo film di André Téchiné, L'Adieu à la nuit [+leggi anche:
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, fuori concorso al 69° Festival di Berlino. Come questo incipit, il film mette a confronto due mondi opposti. Quello che scopriamo all’inizio, luminoso, brulicante di vita, è quello del centro ippico e del frutteto che gestisce Muriel (Catherine Deneuve) con il suo socio Youssef. Muriel è piuttosto allegra in questo primo giorno di primavera 2015, perché suo nipote Alex (Kacey Mottet Klein, già nel film precedente presentato da Téchiné a Berlino, Quando hai 17 anni [+leggi anche:
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, in concorso nel 2016) passerà a trovarla prima di partire per il Canada. Non può immaginare che nel suo mondo fatto di lavoro semplice e di vita a contatto con la natura e gli animali, in seno a una comunità unita dove tutti si conoscono da molto tempo, farà irruzione, con il ritorno del nipote, un'altra realtà (o irrealtà) sconosciuta, incredibilmente oscura, inimmaginabile.

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Sentiamo molto presto che c'è qualcosa che non va: l’amica d’infanzia di Alex, Lila (Oulaya Amamra) sembra un po’ troppo impaziente; quando la rivede, Alex non la bacia... E il film non tarda a svelare di cosa si tratta, quasi di punto in bianco: Alex prepara con Lila il famoso viaggio in Siria che scelgono di intraprendere tanti figli perduti, quello per andare a combattere a fianco della Jihad.

La cosa è del tutto impensabile per Muriel, e noi siamo sconcertati e disorientati quanto lei quando scopre la "scelta" di questi giovani, impossibile da accettare perché non ha praticamente alcun senso – come quella frase con la quale un jihadista specifica, all'inizio di una riunione, che ci sono "formaggio, miele e videogiochi", o il ragionamento traballante che di colpo rende la nonna una "miscredente" da poter derubare, il che illustra il livello di tossicità della coppia. Siamo davvero nel registro degli inetti. L'inflessibilità degli aspiranti jihadisti non ha senso dinanzi alle contraddizioni e sfumature della loro umanità; la soddisfazione di essere "un bel ragazzo" in Siria smentisce la gravità della scelta di andarci; fare della morte il proprio destino è inconciliabile con l'emozione nello sguardo di Lila quando dice che vuole molti figli, così come la sua gentilezza e quella di Alex sono in contraddizione con la violenza impressionante dei loro giudizi.

La decisione di andare in Siria non è in linea neanche con l'idealismo romantico che tuttavia viene indicato come una possibile "spiegazione", come non lo è la complicata relazione tra Alex e la mascolinità e, di fatto, la costruzione della propria identità. E la testimonianza di Fouad il pentito, a momenti stranamente rassicurante perché è una storia chiusa, contenuta in un passato poi rinnegato, non fa che accentuare il sentimento di impotenza che condividiamo con Muriel – seguita da una cinepresa ora affettuosa e mobile, ora inquieta e inquisitrice – perché è alle reazioni di questa donna cresciuta in un universo multiculturale e aperto che ci rapportiamo. E anche se non siamo necessariamente tagliati fuori come lei da tutto ciò che sta accadendo sul web e sui social network, non abbiamo comunque presa sui suoi effetti perversi, diffusi, intangibili.

Così, questo film, che ci lascia in dubbio sia sul passato che sul futuro di questi giovani e non fornisce alcuna risposta, è tanto più inquietante in quanto in realtà non formula una domanda. Semplicemente ci mette di fronte, in alcune giornate di primavera, a un'eclissi che non può essere osservata a occhio nudo, a un’estinzione totale.

L'Adieu à la nuit è una coproduzione franco-tedesca di Curiosa Films, Bellini Films, Arte France Cinéma, ZDF/Arte, Legato Films e Films Boutique. Le vendite internazionali del film sono gestite da France Télévisions Distribution.

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(Tradotto dal francese)

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