Venezia 2003 - In Concorso
- Polemiche per il film del regista italiano, Segreti di Stato, duro atto d'accusa nei confronti del potere politico del dopoguerra, criminalità, servizi segreti americani e Vaticano
Polemiche per il film di Paolo Benvenuti, Segreti di Stato, sull'eccidio di 11 persone avvenuto a Portella della Ginestra (in Sicilia) l'1 maggio del 1947.
La tesi del regista è un duro atto d'accusa nei confronti del potere politico di allora, colluso con la criminalità, i servizi segreti interni e quelli americani, il Vaticano. Ma l'applauso della stampa al termine della proiezione non ha cancellato le critiche al regista. Valerio Riva, consigliere della Biennale di Venezia, ha definito Segreti di Stato un film comico: "Non si può rimanere seri di fronte alla tesi che i mandanti siano stati Pio XII, don Sturzo e Giulio Andreotti".
Benvenuti non teme i giudizi negativi: "Un'inchiesta del prestigioso Corriere della Sera pochi giorni fa è arrivata alle nostre stesse conclusioni: bastava confrontare gli atti della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla mafia e i documenti dei servizi segreti americani disgregati dal governo USA". Ufficialmente, l'unico responsabile della strage fu il bandito Salvatore Giuliano, ma il film rivela un vero e proprio progetto della CIA per reprimere il comunismo nell'isola compiendo la carneficina proprio il giorno in cui i contadini festeggiavano la Festa del lavoro.
Alle polemiche si aggiunge la protesta dello storico Giuseppe Casarrubea che accusa il regista di aver attinto dai suoi libri senza citarlo. Pronta la risposta del produttore Domenico Procacci: "il nome dello studioso comparirà nei titoli di testa".
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