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FILM / RECENSIONI

Recensione: Domani è un altro giorno

di 

- Il remake di Simone Spada del successo ispano-argentino Truman - Un vero amico è per sempre mantiene la forza e il pudore originali, con un pizzico d’ironia in più

Recensione: Domani è un altro giorno
Marco Giallini e Valerio Mastandrea in Domani è un altro giorno

Due amici, un cane e quattro giorni per dirsi addio. Parla di morte ma è in realtà un inno alla vita, fin dal suo titolo, il secondo film di Simone Spada, Domani è un altro giorno [+leggi anche:
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di Cesc Gay, premiato con cinque Goya. Il regista rivelatosi con Hotel Gagarin [+leggi anche:
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(con cui è attualmente in lizza come miglior esordiente ai David di Donatello che saranno consegnati il 27 marzo), cambia molto poco del film originale, la storia di due amici di vecchia data che trascorrono i loro ultimi giorni insieme, poiché uno dei due, malato terminale, ha deciso di interrompere le cure: la struttura, gran parte dei dialoghi e persino varie inquadrature sono le stesse, ma Spada vi infonde una buona dose di italianità, o meglio romanità, in modo preciso ed efficace, grazie ai due attori protagonisti (i romanissimi Marco Giallini e Valerio Mastandrea), alla scenografia naturale di Roma, con tanto di Colosseo come sfondo, e alla sceneggiatura di Giacomo Ciarrapico e Luca Vendruscolo (Boris [+leggi anche:
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) che regala qualche momento in più di malinconico umorismo e tipico disincanto capitolino. 

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Così, può accadere che una delle scene che in Truman, pur nella sua sottile ironia, si concludeva comunque con una lacrima, diventi qui un’occasione per sorridere davvero e allentare un po’ la tensione: quella in cui il malato terminale Giuliano (Giallini) deve scegliersi la bara, e col suo amico Tommaso (Mastandrea) ipotizza persino la possibilità di un “usato sicuro”, per risparmiare qualche soldo. Il delicato equilibrio tra commozione e leggerezza, così come le emozioni contenute dell’originale, si ritrovano qui puntuali, con l’aggiunta di piccole sfumature e note di verità che gli attori, amici anche nella vita da più di vent’anni, donano ai loro personaggi. L’esuberante e istrionico Giuliano, e il più riservato e riflessivo Tommaso, sembrano rispecchiare la personalità dei loro interpreti, e l’alchimia tra i due è innegabile, così come con Anna Ferzetti, che nel film interpreta la sorella di Giuliano, Paola, la quale non riesce ad accettare la scelta del fratello di non curarsi più, e tantomeno il fatto che Tommaso, dopo un timido tentativo di dissuadere il suo amico, alla fine lo appoggi.

“Non è colpa mia, non è colpa tua, e non è colpa nemmeno di Giuliano se le cose vanno così”, dice Tommaso a Paola, mettendo il sigillo sull’ineluttabilità del destino del loro caro. Un senso d’impotenza che pervade tutto il film, e infine di serena accettazione, da parte di Giuliano innanzitutto, poi di chi lo circonda, dei suoi amici, di suo figlio Leo (Andrea Arcangeli, visto in The Startup). Accetterà questa perdita anche il suo amatissimo cane Pato? È quello che Giuliano tenta di capire nell’arco di questi quattro giorni di piccoli bilanci e scoperte, in cui riceve parole di conforto da chi meno se lo aspetta, si vede voltare le spalle da presunti amici, si gode le ultime occasioni di spensieratezza ma affronta anche i primi terribili sintomi della fine imminente. Una bella storia di amicizia, tra due uomini e tra un uomo e un cane, in cui è facile riconoscersi e che nella sua versione italiana ha mantenuto la forza e il pudore originali.

Domani è un altro giorno è prodotto da Baires Produzioni in collaborazione con Medusa Film, che lo distribuisce nelle sale italiane da oggi, 28 febbraio, in 430 copie. La distribuzione internazionale è affidata a Filmax.

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