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FILM / RECENSIONI

Recensione: Baby Jane

di 

- Il melodramma lesbico di Katja Gauriloff è basato su un romanzo popolare, ma non regge da solo

Recensione: Baby Jane
Maria Ylipää e Roosa Söderholm in Baby Jane

In anteprima oggi nella sua Finlandia natale, il primo lungometraggio di finzione di Katja Gauriloff, Baby Jane [+leggi anche:
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è basato su un romanzo di Sofi Oksanen – una scrittrice pluripremiata di cui anche Purge è stato adattato al cinema nel 2012 (Purge [+leggi anche:
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di Antti Jokinen). In modo inaspettato, la narrazione di Baby Jane diventa sottilissima sul grande schermo, con una innocente Jonna (Roosa Söderholm) con gli occhi da cerbiatto e con la coda di cavallo che dalla sua piccola cittadina si reca a Helsinki e si imbatte immediatamente nel popolo LGBTQ – che per qualche motivo suona allegramente la chitarra per le strade – e la bella e mascolina Piki (Maria Ylipää). Ma l'inizio dolce dolce del film vira presto verso un mondo di sesso al telefono e quelle che sembrano feste in costume a tema Tim Burton, che rimandano alla famosa scena in cui Maude Lebowski commenta un video porno, Logjammin’, e i suoi problemi di fissaggio di un cavo: "La storia è ridicola".

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Il romanzo è stato pubblicato nel 2005, e non si può fare a meno di chiedersi se è per questo che l'intero film sembra così datato – sia nella sua rappresentazione di una comunità che, ammettiamolo, ha già visto molto più complesse e interessanti incursioni nelle sue lotte, sia nel modo in cui è girato. In un’epoca in cui lo "sguardo femminile" è (comprensibilmente) menzionato a quasi ogni anteprima, la quantità di attenzione rivolta alla parte posteriore della biancheria della protagonista metterebbe qualsiasi regista maschio in guai seri, mentre le scene di sesso sembrano essere messe lì all'ultimo minuto per titillare il dodicenne che qualcuno si porta dentro, il tutto tenuto insieme in modo maldestro.

Ma la cosa più fastidiosa è la completa mancanza di chimica tra le due donne in una storia che vive o muore basandosi su di essa. Mentre dovrebbero essere radicalmente diverse fin dall'inizio – con la scoperta di Jonna dei problemi mentali dell'amata che la trasformano lentamente in quella che detiene il potere – la problematica relazione semplicemente non convince, e nessuna quantità di ex ragazze malvagie ridotte a portare fuori la spazzatura o bondage occasionale possono cambiare ciò – qualcosa che gli autori della trilogia di Cinquanta sfumature hanno capito fin troppo bene ormai. Tutto ciò si traduce in una sorpresa piuttosto spiacevole, visto che Katja Gauriloff si era fatta conoscere come un’acuta regista di documentari con il suo recente lavoro, l'eccellente Kaisa’s Enchanted Forest, che metteva in luce non solo le sue capacità di cineasta, ma anche la sua compassione. E mentre chiaramente cerca di mantenere la sua compassione in questo film, è difficile individuare, per non dire capire, da dove essa potrebbe essere arrivata.

Baby Jane è prodotto da Joonas Berghäll e Satu Majava di Oktober. Il film è distribuito in Finlandia da Future Film. Il film è supportato dalla Finnish Film Foundation.

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(Tradotto dall'inglese)

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