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VENEZIA 2003 Fuori Concorso

'68 tra passione e desiderio

di 

- Bernardo Bertolucci racconta un'iniziazione giovanile alla vita sullo sfondo del maggio francese, tra erotismo e passione politica

SPECIALE VENEZIA 2003

E' la passione di Bernardo Bertolucci che affascina e colpisce. Il suo nuovo film, The Dreamers [+leggi anche:
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intervista: Bernardo Bertolucci
scheda film
]
, su tre ragazzi che si chiudono in un grande appartamento parigino mentre nelle strade sta esplodendo il maggio '68, ne è saturo. Passione cinefila, passione politica, passione amorosa. Una sentimento quest'ultimo su cui ruotano immagini eleganti e intense e che impediranno al film di uscire negli USA nella sua versione integrale. Bertolucci dunque torna a scandalizzare, come ai tempi dell' Ultimo tango? Si, ma per la sua integrità. "Je ne regret rien", come canta Edith Piaf nella nota canzone che chiude il film.

"Una sorta di pulsione visionaria utopica che unisce l'amore per il cinema, l'erotismo, il rock e la politica. Il film è fatto di questo", dice Bertolucci. E scherza: "E' talmente personale che mi sorprende di non essere qui in vestaglia. Questo film mi appartiene intimamente, nel profondo. Perché quelli sono anni che io ho vissuto intensamente".

I protagonisti
"Ho preso tre giovani e li ho portati con me in una macchina del tempo. Li ho messi ha confronto con tre coetanei del '68, ed erano perfettamente contemporanei. Ed io, con loro, ho provato l'estasi di un flashback fisiologico".

Ultimo tango a Parigi
"L'unica cosa in comune è la regia. In quel film, la spinta degli anni '60 portava ad un finale tragico. In The dreamers c'è una leggerezza che il Ultimo tango non aveva. Che io non avevo".

La nudità
"L'entusiasmo dei tre giovani attori era sincero. Il film rischia di uscire in America mutilato. Qualcuno pensa che il pubblico Usa sia ancora immaturo".

La sceneggiatura
"Avevo letto il romanzo di Gilbert Adair, 'Holy Innocents'. Più tardi l'ho riletto e ho deciso di fare qualcosa su quel periodo storico. Ho pensato ad una terza parte di Novecento, ma quel film aveva un fondamento ideologico in cui non mi ritrovavo più. Durante il '68 pensavamo ogni sera di svegliarci nel futuro. Al giorno d'oggi questo è più possibile? No, la Storia non permette questo sentimento di speranza. C'è solo una minoranza che sogna. Perché non raccontare allora ai giovani quello che è accaduto allora, visto che i genitori poverini l'hanno censurato, perché lo considerano un fallimento? E' un'ingiustizia storica, il '68 è stato alla base di tanti nostri comportamenti".

I sognatori
"Gli avvenimenti sono cominciati con il licenziamento del direttore della Cinémathéque Francaise, Henri Langlois. Ma poi c'è stata Valle Giulia a Roma, la Germania, Berkeley, la Columbia University. Tutto finisce nel 1978 con la morte di Aldo Moro. La fine di un sogno".

Citazioni cinefile
"Nel film ci sono tante citazioni evidenti, attraverso gli spezzoni dei film in bianco e nero. Poi ci sono le citazioni segrete. L'appartamento claustrofobico ricorda L'angelo sterminatore di Bunuel. E poi c'è l'omaggio al Truffaut di Jules e Jim".

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