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Controcorrente - Schultze gets the Blues

di 

- La Germania dopo il muro, il rapporto Europa/Usa e tanta musica nel film di Michael Schorr a metà strada tra fiction e realtà

Le facce dei protagonisti e le personalità dietro quelle facce rendono Schultze gets the Blues [+leggi anche:
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scheda film
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un film unico e indimenticabile. Il regista tedesco Michael Schorr (studi di filosofia, musica e cinema) lo sa bene e sulla scelta degli interpreti ha puntato: “Volevo rendere l’idea di un luogo reale con personaggi legati a quel luogo, inseriti in quell’ambiente. Ho scelto attori che potessero entrare in sintonia con questa miscela di documentario e finzione, come il protagonista della storia Horst Krause, conosciutissimo in Germania da anni ma al suo primo ruolo importante”.

Il film, che racconta di un uomo che vive in un piccolo centro dell’Anhalt, con una passione per la fisarmonica che lo porterà sino alle paludi della Louisiana, non affronta soltanto il tema del “dopo Muro”, ma anche il rapporto tra l’Europa e l’America, mai così delicato come in questo momento storico. “E’ una questione di estremismi”, afferma il regista, che proviene dal documentario. “Schultze approda negli Usa, la terra degli estremi. Volevo trasmettere le sue sensazioni, quando scopre le affinità tra la Louisiana e la sua regione di provenienza. Volevo sondare il problema della vecchiaia, la gente che combatte con la quotidianità. Il processo di impoverimento della nostra civiltà”.

Ma la malinconia del film è per fortuna stemperata da una fresca comicità. E il contatto emotivo tra i due popoli è creato naturalmente dalla musica: “La fisarmonica è uno strumento tipico che rappresenta la grande immigrazione tedesca del 18mo e 19mo secolo verso l’America. Ha viaggiato oltreoceano con tanta gente e si è stabilita negli stati d’America, come la Lousiana appunto”. Il film, prodotto da filmkombinat GmbH and Co. KG ha intanto già trovato qui a Venezia un distributore italiano. Si tratta della Lady Film.

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