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LECCE 2019

Recensione: Two for Joy

di 

- L’esordio nel lungometraggio del fotografo inglese Tom Beard è un dramma ben eseguito sull’impatto devastante che la depressione di una madre ha sui suoi due figli adolescenti

Recensione: Two for Joy

“Lo abbiamo perso tutti, non solo tu”. È sulle esili spalle della 15enne Violet che ricade il peso di una famiglia mutilata e devastata dal dolore, dopo la morte del padre, in Two for Joy [+leggi anche:
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di Tom Beard. In corsa per l’Ulivo d’Oro al 20° Festival del cinema europeo di Lecce, dopo essere stato premiato all’Edinburgh IFF, l’intenso primo lungometraggio del fotografo inglese, già autore di premiati videoclip musicali e corti, entra nella casa e nel quotidiano di una famiglia alla deriva, ne esplora le dinamiche devastanti, assestando colpi allo stomaco ma con una straordinaria delicatezza di fondo. 

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Non sappiamo come e da quanto tempo il padre sia morto, ma assistiamo alle conseguenze di questa perdita. Una madre, Aysha, caduta in depressione (incarnata da un’eccezionale Samantha Morton, sfigurata e appesantita); un fratello minore incontenibile, Troy (l’attore bambino Badger Skelton, già visto, fra gli altri, nella serie BBC Doctor Who); nel mezzo, l’adolescente Violet (Emilia Jones, attrice da quando aveva 8 anni), che mentre si prepara per gli esami scolastici, cerca di spronare la madre ad alzarsi dal letto e suo fratello a darsi una calmata. “Sei la sua schiava!”, dicono a Violet le sue compagne di classe quando lei inevitabilmente deve tornare a casa per vedere se sua madre ha bisogno di qualcosa. Nel frattempo, Troy passa le sue giornate pescando (ma dopo avergli dato un bacio, ributta i pesci in acqua), correndo in bici e cacciandosi nei guai: al seguito di un bullo locale, partecipa suo malgrado a una rapina a mano armata, cosa che più tardi (non subito) avrà le sue conseguenze.

Violet riesce a convincere la madre a passare qualche giorno al mare, nel caravan che apparteneva al padre e lasciato vuoto dalla sua morte. Lo scenario cambia, spunta il sole (anche se per poco), si esce dalle quattro mura soffocanti della casa, e fanno il loro ingresso altri personaggi: l’amabile e paterno gestore del camping Lias (Daniel Mays), sua sorella Lillah (Billie Piper) e la figlia di Lillah, Miranda (Bella Ramsey), più o meno coetanea di Troy. La ragazzina, segnata anche lei da una figura paterna controversa, diventa il motore di dinamiche che risulteranno tragiche. Furiosa, inarrestabile, seguita molto efficacemente dalla cinepresa di Beard nei suoi movimenti nervosi, nelle espressioni del suo volto dure, quasi spaventose, fa presto amicizia con Troy, e il connubio tra i due, come è prevedibile, sarà esplosivo.

È il senso di pericolo a dominare la visione di questo film. Un pericolo imminente, sempre dietro l’angolo, per questi giovanissimi personaggi lasciati a se stessi, senza riferimenti, i cui genitori o sono assenti o non sono all’altezza del loro ruolo, per un motivo o per un altro. Nei volti dei giovani protagonisti c’è il ritratto di un’infanzia infelice e il peso di troppe responsabilità. In quello degli adulti, inadeguatezza, incoscienza, egoismo. Si direbbe un romanzo di formazione sia per gli uni che per gli altri, poiché da quel weekend al mare la vita non sarà più la stessa, per nessuno di loro. Un film che esplora il tema del lutto senza fare sconti ma lasciando spazio alla speranza, molto accurato visivamente, a cui i bravi interpreti donano una drammatica autenticità.

Two for Joy è una produzione Blonde To Black Pictures, distribuita nel Regno Unito da Lorton Distribution. Il film è disponibile dal 25 febbraio 2019 in VoD.

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