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Controcorrente - Liberi

di 

- Il rapporto padre-figlio e sullo sfondo decine di licenziamenti. Nel suo quarto film, Tavarelli indaga i disagi e le prospettive dei lavoratori di oggi

La chiusura di un'industria chimica e il licenziamento di decine di operai fanno da sfondo alle vicende di una famiglia scossa da tensioni e inquietudini. Liberi, del torinese Gianluca Maria Tavarelli, presentato in Controcorrente, "vuole raccontare la ricerca di libertà che tutti noi ogni giorno affrontiamo, il tentativo di rompere le barriere che ci vengono poste, che noi stessi ci costruiamo", spiega il regista. "La libertà ha per ognuno di noi un valore ed un significato diverso, ma non ci sono libertà più importante o più significativa di altre".

Perdendo il posto, il capofamiglia perde anche la sua identità sociale e civile e si sente senza più valore di fronte a se stesso e al figlio. Ed è proprio questo rapporto padre-figlio il cuore del racconto di Tavarelli. "Nella sconfitta del padre c'è un passaggio di testimone - ci dice il regista - al figlio, che potrà realizzarsi, evitando di morire avvelenato in una fabbrica. E' un augurio a tutti i giovani".

Nel progetto del film sono stati coinvolti gli operai della ex-Montedison, i loro familiari e gli abitanti di Bussi (Pescara) che hanno vissuto una situazione simile nella realtà. "Volevamo mettere al centro della storia uomini e donne con le loro vite". Il film di Tavarelli, che è al suo quarto lungometraggio, è stato prodotto da Fandango e Medusa Film e sarà distribuito in Italia da Fandango dal 26 settembre.

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