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CANNES 2019 Quinzaine des Réalisateurs

Recensione: The Orphanage

di 

- CANNES 2019: Dopo il suo acclamato film d'esordio, Wolf and Sheep, Shahrbanoo Sadat continua a esplorare la storia recente dell'Afghanistan attraverso gli occhi dei bambini

Recensione: The Orphanage

Rappresentano la massima espressione dell’umanità e riescono a riempire lo schermo al loro meglio: sono i bambini. Nella sua opera prima, Wolf and Sheep [+leggi anche:
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, la regista Shahrbanoo Sadat ritraeva un villaggio di pastori nella sua Afghanistan natìa attraverso gli occhi della ragazza Sediqa e del ragazzo Qodrat – interpretati con grande empatia dagli attori alle prime armi Sediqa Rasuli e Qodratollah Qadiri – due undicenni che stringono un’amicizia segreta all’interno di un mondo remoto fatto di miti, leggende e tradizioni tutte sue.

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Un successo immediato: il docudrama Wolf and Sheep ha vinto il premio principale nella sezione Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes nel 2016, conquistando il circuito d’essai. In almeno un’occasione Sadat è stata soprannominata la “talentuosissima” erede di Abbas Kiarostami.

Ora ritorna nella stessa sezione di Cannes con The Orphanage [+leggi anche:
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, ben più di un classico racconto di finzione rispetto al precedente. Ancora una volta Sadat ha scritturato il giovane Qadiri come protagonista, senza aver chiarito se possa trattarsi esattamente del ragazzo del villaggio di Wolf and Sheep. Qodrat dorme nei rottami di un'automobile incidentata, e smercia portachiavi e biglietti del cinema a Kabul. L’anno è il 1989, sono i giorni filo-sovietici dell’Afghanistan e la cosa non tocca minimamente questo quindicenne randagio. Le sue principali preoccupazioni consistono nel come sfamarsi ogni giorno e nel cinema di Bollywood, ma non necessariamente in quest’ordine. Il tentativo di sfuggire alla dura realtà, immergendosi in un mondo fantastico pieno di eroi vigorosi, belle donzelle, romanticismo, musica e colori vivaci, è una necessità essenziale.

Presto, però, la realtà bussa alla porta. Qodrat è arrestato per le sue attività illegali e viene portato in un centro di detenzione minorile noto come "l’orfanotrofio". Gestito dal regime sovietico, qui i giovani monelli vengono sistemati in alloggi, mandati a scuola e spinti gradualmente a diventare bravi piccoli compagni. Per Qodrat è un chiaro miglioramento. Si fa nuovi amici, riceve pasti regolari e un po' di educazione.

Altri vivono una situazione più difficile, come Fayas che finisce in fondo a un ordine gerarchico stabilito da Ehsan, il classico "uovo marcio" che gestisce il "suo" dormitorio abusando in maniera manesca. Qui si riuniscono rappresentanti di ogni ceto sociale: soggetti turbolenti e altri docili, provenienti da contesti etnici e religiosi differenti. Le classi sono miste e una ragazza – interpretata, guarda un po’, da Sediqa Rasuli, che può essere o non essere la ragazza del villaggio – cattura l'attenzione di Qodrat. È una scena dolcemente eterea e sottilmente poetica. 

Lo stesso non si può dire delle sequenze di fantasia che di volta in volta attraversano la testa di Qodrat, sviluppandosi in uno sfacciato kitsch bollywoodiano. Le scene cozzano intenzionalmente con il tono complessivo, a volte social-realista in maniera straziante. Un delizioso episodio, in cui gli "orfani" arrivano in Unione Sovietica per visitare un campo di pionieri, riesce a sembrare davvero frutto della fantasia, ma in realtà è abbastanza reale.

The Orphanage è stato annunciato come la seconda parte di una pentalogia programmata. La base di tutte e cinque le storie è "Il diario di Anwar Hashimi", un documento affidato alle mani di Sadat da un amico intimo, originario di un villaggio di pastori. In effetti, l’idea che Anwar Hashimi e Shahrbanoo Sadat siano gli amici undicenni originali comincia ad avere più senso. La prospettiva di vedere di nuovo Sediqa e Qodrat a riempire lo schermo di Sadat risulta fattibile, e anche ampiamente auspicabile. 

The Orphanage è una produzione danese-tedesco-lussemburghese-franco-afghana guidata da Adomeit Film in coproduzione con Adomeit Film UG, La Fabrica Nocturna Cinéma, Samsa Film e Wolf Pictures. Le vendite internazionali sono gestite dalla francese Luxbox.

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(Tradotto dall'inglese da Gilda Dina)

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