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VENEZIA 2019 Concorso

Recensione: Martin Eden

di 

- VENEZIA 2019: Nella riduzione del capolavoro di Jack London il regista Pietro Marcello ha ibridato efficacemente fiction e materiale d'archivio

Recensione: Martin Eden
Luca Marinelli e Jessica Cressy in Martin Eden

Fare qualcosa di diverso e nuovo. Questa era l'ambizione di Pietro Marcello, documentarista, grande cinefilo, uno dei talenti più promettenti del cinema italiano, che ha portato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia il suo Martin Eden [+leggi anche:
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. Coproduzione tra Italia e Francia, il film è una libera trasposizione del capolavoro di Jack London, ambientato a Napoli in un tempo indefinito che spazia tra i decenni del Novecento.  

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La peculiarità del film, la sua "diversità" appunto, risiede soprattutto nell'utilizzo di materiale d'archivio che fa da contrappunto alla storia di finzione. Una ibridazione che non è una novità assoluta - lo hanno fatto in tanti, da Léon Poirier nel 1928 con Verdun, visions d'histoire, a Pablo Larraín nel 2016 con Jackie [+leggi anche:
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- ma che per Pietro Marcello è un potente trait d'union tra il testo e la realtà storica. Integrando i materiali di archivio in modo naturale al girato, la narrazione resta fluida, le immagini di repertorio non appaiano come corpi estranei, grazie anche al grande lavoro dei montatori Aline Hervé e Fabrizio Federico

Incarnato da Luca Marinelli, uno degli attori più richiesti del momento, Martin Eden è il prototipo di giovane che si è emancipato grazie alla cultura ma che grazie proprio a questa crescita scopre tutte le ipocrisie e le piccolezze della classe borghese. L'adattamento dello sceneggiatore Maurizio Braucci con il regista resta piuttosto fedele al testo del grande narratore nordamericano, scritto nel 1907 e diventato il primo best seller della storia della letteratura. Martin è un rozzo e spiantato marinaio che casualmente salva il giovane Arturo Orsini da un'aggressione e riesce a entrare nella sua ricca famiglia, in un ambiente completamente diverso dal suo per cultura ed educazione. La delicata e diafana sorella di Arturo, Elena (Jessica Cressy), ne riconosce l'intelligenza acuta e il carisma e gli consiglia di tornare a studiare per poter esprimere meglio il proprio pensiero. Deciso a realizzare il suo sogno, sposare Elena, Martin si butta a capofitto nei libri, avvicinandosi alla scienza, alla lettura, alla filosofia per elevare il suo status sociale. Diventerà uno scrittore di successo solo per capire che tutti coloro che lo circondano sono interessati alla sua popolarità e alla sua ricchezza.

Pietro Marcello percorre tutta la parabola ascendente di questa anima inquieta per ricreare un romanzo di formazione dalle implicazioni politiche: i rifiuti delle riviste a cui Martin invia i suoi racconti e saggi, messi sulla carta con la fidata macchina per scrivere; l'arrangiarsi tra lavori umili e mal pagati per mantenersi; l'incontro, proprio ad un festa a casa Orsini, con l'anziano poeta Brissenden (Carlo Cecchi), che lo introduce in alcuni circoli politici socialisti dove Martin affronta complessi discorsi politici che rivelano il suo spiccato individualismo morale e l'assoluta libertà di pensiero. Infine il tragico epilogo di un'anima svuotata, annunciato da un delirante e provocatorio intervento à la Carmelo Bene in un'aula universitaria.

Prodotto da Avventurosa Film, IBC Movie con Rai Cinema in coproduzione con Shellac Sud e Match Factory Productions, il film è distribuito da 01 in Italia dal 4 settembre. Le vendite internazionali sono affidate a The Match Factory.

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