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TORONTO 2019 Platform

Recensione: Así habló el cambista

di 

- Il regista uruguayano Federico Veiroj firma una commedia nera sul passato storico e finanziario dell'America Latina incentrata su un avido cambiavalute

Recensione: Así habló el cambista
Daniel Hendler in Así habló el cambista

Il regista uruguaiano Federico Veiroj ha presentato nella competizione Platform della 44ma edizione del Festival di Toronto il suo quinto film dal titolo Así habló el cambista [+leggi anche:
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. Questa inquietante commedia nera di umorismo assurdo, che prossimamente gareggerà nella sezione Horizontes Latinos del 67° Festival di San Sebastián, è il frutto di un libero adattamento del romanzo di Juan Enrique Gruber, pubblicato nel 1979. Sia l'originale che la versione cinematografica raccontano i trucchi e la triste vita intima di un cambiavalute senza scrupoli al fine di approfondire il passato storico e finanziario di tre paesi dell'America Latina: Uruguay, Brasile e Argentina.

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Así habló el cambista ha per protagonista Humberto Brause (Daniel Hendler), una sorta di alter ego uruguaiano di Leonardo DiCaprio in The Wolf of Wall Street. Ebbene, Brause è un cattivo padre, un pessimo marito e, allo stesso tempo, un genio della finanza che ha raggiunto la vetta approfittando delle opportunità, le crisi economiche e le dittature dei paesi vicini. Come il film di Martin Scorsese, Así habló el cambista si basa su una narrazione in prima persona, in cui lo stesso Brause spiega come sia arrivato a costruire il suo piccolo impero nel settore del cambio di valuta.

Il presente narrativo si situa a Montevideo nel 1975. Ma la voce fuori campo di Brause va indietro al 1956, per cominciare il racconto dalla genesi della sua ambizione capitalista. A metà degli anni Cinquanta, Brause lavorava nell’agenzia di cambio del signor Schwensteiger (Luis Machín). Il suo datore di lavoro – il più rispettato e veterano cambiavalute di Montevideo – gli ha insegnato tutti i segreti per capire e avere successo nel business, fino a quando, alla fine, l'allievo non ha superato il maestro. L'astuto Brause non solo ha fondato la propria compagnia, ma ha sposato anche la figlia di Schwensteiger, la giovane Gudrun (Dolores Fonzi), per rimanere legata all'esperto cambiavalute.

Di ritorno a Montevideo nel 1975, Brause diventa l'uomo più ricercato dai ricchi latinoamericani che desiderano accedere al paradiso fiscale uruguaiano. Questo cambiavalute senza etica farà affari con qualsiasi uomo o donna che si presenti nel suo ufficio; siano essi militari o politici uruguaiani, gangster brasiliani o guerriglieri argentini. Así habló el cambista è una satira sociopolitica su un uomo che ha scambiato i piccoli piaceri della vita con il culto del denaro, promuovendo l'arricchimento delle élite latinoamericane dell'epoca in nome del capitalismo.

Así habló el cambista è prodotto dalla uruguaiana Cimarrón Cine, l’argentina Rizoma Films e la tedesca Pandora Filmproduktion. La compagnia spagnola Film Factory Entertainment si occupa delle vendite estere.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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