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SAN SEBASTIAN 2019 Proiezioni speciali

Recensione: Criminali come noi

di 

- I Darín coproducono e sono protagonisti dell’adattamento del romanzo argentino La noche de la Usina di Eduardo Sacheri, diretto con risultati altalenanti da Sebastián Borensztein

Recensione: Criminali come noi
Ricardo e Chino Darín in Criminali come noi

Dalla sua première in Argentina, a metà agosto 2019, Criminali come noi [+leggi anche:
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, diretto da Sebastián Borensztein, è stato visto da oltre un milione di spettatori, conquistando il primo posto sul podio dei film con il maggior incasso dell'anno in quel paese. Un cast di star locali (capeggiato dal carismatico Ricardo Darín e suo figlio Chino Darín, anche coproduttori del film), il precedente successo del romanzo su cui è basato (La noche de la Usina di Eduardo Sacheri), che osa affrontare con leggerezza la dura questione del "corralito" – che precipitò il paese in una profonda crisi all'inizio del XXI secolo con continui alti e bassi politici, sociali ed economici – sono riusciti a influenzare positivamente questo trionfo popolare. Ora il film è stato presentato, in proiezione speciale, al 67° Festival de San Sebastián.

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Il film si concentra sulle giles del titolo, un termine locale che viene spiegato all'inizio del film e che in Spagna corrisponde alle cosiddette "brave persone", cioè quelle persone innocenti, senza malizia o astuzia, che si fidano quasi ciecamente del prossimo. Un gruppo di giles decide di associarsi per rimettere su una vecchia fabbrica rurale, raccogliendo fondi in un piano cooperativo – quello che oggi si chiamerebbe crowdfunding – fino a quando il denaro non rimarrà bloccato dal "corralito", una misura governamentale tanto radicale da impedire ai clienti di disporre liberamente dei propri contanti.

Inizia così una schermaglia costellata di umorismo e colpi di scena che non sempre riescono a far ridere o a sorprendere (e tantomeno si avvicinano alle commedie degli studi britannici Ealing, il cui spirito cerca di emulare). Poiché, anche se denuncia la corruzione e lo sdegno che la cittadinanza umile e onesta è solita patire per colpa dei furfanti che governano e dirigono le banche, la sua mancanza di nerbo e alcuni tocchi di inefficace umorismo tolgono linfa a questa epopea critica che avrebbe potuto raggiungere i livelli di vetriolo di quella coproduzione tra Spagna e Argentina che ugualmente distillava rabbia contro un sistema putrido: Storie pazzesche [+leggi anche:
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di Damian Szifron.

Un vero peccato, perché questo film ha un'ambientazione eccellente (che a volte richiama i western firmati, ad esempio, dai fratelli Coen), attori capaci (che devono confrontarsi con qualche caricatura esagerata) e diversi dialoghi brillanti, come ad esempio quella frase pronunciata da uno dei suoi personaggi perdenti: "I figli di puttana non si sentono figli di puttana".

Questo film revanchista, con una trama intricata e un tono buffo, il cui ritmo rallenta durante il suo svolgimento, avrebbe potuto andare molto oltre quando si tratta di giustiziare – artisticamente e con grazia e, quindi, divertimento – coloro che trafficano con le illusioni altrui senza sentire il peso della colpa, ma raggiunge il suo finale (dopo 115 minuti di durata) sofferente, senza nerbo e stanco.

Criminali come noi è una produzione delle compagnie argentine K&S Films e Kenya Films (dei Darín, insieme a Federico Posternak) e della spagnola Mod Producciones in associazione con Warner e con la partecipazione di RTVEMovistar Plus+. Della sua distribuzione in Spagna – nei cui cinema uscirà il 29 novembre – si occupa Alfa Pictures, e le sue vendite sono curate dall’agenzia catalana Film Factory Entertainment.

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(Tradotto dallo spagnolo)

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