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FILM / RECENSIONI Italia

Recensione: #AnneFrank. Vite parallele

di 

- Helen Mirren racconta la storia della giovane simbolo della Shoah attraverso il suo Diario, mentre un’attrice visita i luoghi della deportazione e comunica le sue impressioni via social

Recensione: #AnneFrank. Vite parallele
Helen Mirren in #AnneFrank. Vite parallele

89219 è il numero che il giovane nipote di Arianna Szörenyi, si è fatto tatuare sul braccio come attestazione di identità e memoria, in un dialogo tra passato e presente, tra giovani generazioni e del 900. La nonna Arianna, padre ungherese e madre triestina, deportata dai nazisti a 11 anni e sopravvissuta a quattro campi di concentramento, dalla Risiera di San Sabba a Bergen Belsen, è una delle protagoniste e testimoni di  #AnneFrank. Vite parallele [+leggi anche:
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, docu-film realizzato da Sabina Fedeli e Anna Migottoo a 90 anni dalla nascita di Anne Frank.

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Nel titolo c’è tutto il senso del film. #AnneFrank. Vite parallele procede infatti su due binari. Il premio Oscar britannico Helen Mirren appare nell’angusto rifugio di Amsterdam (ricostruita nei minimi dettagli dagli scenografi del Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa) in cui la giovane autrice del famoso diario si era auto-segregata con la famiglia per sfuggire alla deportazione voluta da Hitler. L’attrice britannica legge brani del Diario e racconta la breve vita di Anne, dall’infanzia in Germania fino al febbraio 1945, quando Anne Frank e la sorella Margot muoiono, a breve distanza l'una dall’altra nel campo di concentramento di Bergen Belsen, poco tempo prima della liberazione da parte delle truppe inglesi.

Le parole del diario, di una contemporaneità assoluta, che rivelano uno sguardo acuto e maturo su quello che sta accadendo in Europa, con una scrittura che è stata riconosciuta di grande valore letterario, si sovrappongono a documenti d’epoca e alle foto scattate dal padre Otto in cui Anna sorride sempre, immagini diventate poi il simbolo stesso della Shoah.

La giovane attrice Martina Gatti ha invece il compito di guidare lo spettatore attraverso i luoghi della breve vita di Anne e che ci parla soprattutto attraverso il linguaggio dei social. Un diario digitale capace di parlare ai suoi coetanei e mettere in contatto le tragedie passate con il presente, di sfidare razzismo, discriminazione e antisemitismo d’oggi. Ecco perché quell’hashtag nel titolo.

Questo racconto si intreccia con le “storie parallele” di cinque sopravvissute all’Olocausto, bambine e adolescenti come Anne Frank, le cui vite si sono sfiorate nei campi: Arianna Szörenyi, Sarah Lichtsztejn-Montard, Helga Weiss e le sorelle Andra e Tatiana Bucci. Nei loro racconti c’è tutto l’orrore di una giovinezza rubata e brutalizzata. “Non avevamo il coraggio di avvicinarci al filo spinato che ci separava da nostra madre perché quello spettro non era più la nostra mamma”, racconta una delle sopravvissute.

Nel documentario, tra le altre, le voci del rabbino Michael Berenbaum, storico e docente di studi giudaici in diverse università americane, dello storico della Shoah Marcello Pezzetti, direttore del nascente Museo della Shoah di Roma, dell’etnopsicologa francese Nathalie Zajde, delle testimoni Doris Grozdanovicova e Fanny Hochbaum, della violinista di fama internazionale Francesca Dego, di Yves Kugelmann giornalista e membro dell’Anne Frank Fonds, Basel, di Ronald Leopold direttore dell’Anne Frank House, del direttore del magazine online Jewpopo Alain Granat, del fotografo Simon Daval.

#AnneFrank. Vite parallele è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital in partecipazione con Rai Cinema in collaborazione con l’Anne Frank Fonds di Basilea e con il Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa. Sarà distribuito nei cinema italiani l’11, 12 e 13 novembre. Nexo cura le vendite internazionali. Il film uscirà in oltre 60 paesi: dalla Nuova Zelanda il prossimo 21 novembre al Regno Unito in gennaio, agli Stati Uniti il 3 marzo, a Israele in aprile, alla Spagna nel mese di maggio. Molti paesi europei lo programmeranno in occasione del giorno della memoria il 27 gennaio.

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