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STOCCOLMA 2019

Recensione: Charismatic Megafauna

di 

- Jesper Kurlandsky e Fredrik Wenzel co-dirigono una ritratto ambiziosamente assemblato del qui e ora su questo pianeta

Recensione: Charismatic Megafauna

Due prolifici cineasti svedesi, il produttore-direttore della fotografia Jesper Kurlandsky (The Ape [+leggi anche:
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) hanno unito le loro forze per co-dirigere un'impresa molto ambiziosa. Il risultato, ora presentato alla 30ma edizione dello Stockholm International Film Festival, è un documentario sperimentale intitolato Charismatic Megafauna [+leggi anche:
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Simile alle opere di Godfrey Reggio (Koyaanisqatsi e la trilogia "Qatsi") e che in qualche modo ricorda gli umori più cosmici di Terrence Malick (in particolare Voyage of Time [+leggi anche:
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), con alcuni United Colors of Benetton mescolati, Charismatic Megafauna inizia con una citazione dell'autore di fine secolo scorso John Muir: "L’ignara domanda 'perché è stato fatto?' si ripete senza mai immaginare che, prima di tutto, potrebbe essere stato fatto per se stesso". Per il resto di questo viaggio di 70 minuti, siamo da soli, per quanto riguarda la narrazione. A completare le inquadrature accuratamente giustapposte di questioni spaziali e terrene, di luoghi vicini e lontani, e di varie forme animali e umane, si aggiunge il ricco accompagnamento musicale per gentile concessione del compositore Anders Hillborg, che è certamente, per questo progetto, ciò che Philip Glass è stato per quello di Reggio.

La citazione iniziale, con riferimento all’essere fatto per se stesso, è seguita da altre riflessioni. Un tono contemplativo permea tutto il film, così come una partitura quasi romantica, contraddicendo decisamente le visioni e i suoni più stressanti e austeri della trilogia di Reggio. Attraverso resti di supernove, gas e magma, sbarchiamo su questo medesimo pianeta, con muschi, foreste e organismi viventi di dimensioni e statura crescenti (una lucertola compiaciuta, un ghepardo maestoso e un babbuino pensieroso offrono dei piacevoli momenti sullo schermo), e infine, vediamo l'umanità in tutti i suoi panni e in vari luoghi. C'è la raccolta di cibo nella foresta pluviale sudamericana e nelle risaie dell'Asia, le catene di montaggio delle fabbriche (con gli esseri umani e con i robot), l'attività di borsa e la ricerca di laboratorio – la maggior parte delle quali coinvolge l'interazione umana (anche i robot hanno bisogno del nostro monitoraggio). Incontriamo paesaggi urbani, la campagna e le persone che vi abitano, danzando, innamorati, soli, in mezzo alla folla, a casa, senza casa, con o senza famiglia, giovani e anziani. Tutto sommato, un'immagine abbastanza chiara e imparziale di chi siamo, di cosa abbiamo e di cosa facciamo, qui e adesso.

Gli aspetti tecnici sono impeccabilmente calibrati in tutto, con un suono e delle riprese incontaminate (di Wenzel, un vero maestro nel suo campo). La partitura musicale, diretta da Esa-Pekka Salonen e con la partecipazione del soprano della Royal Stockholm Philharmonic Hannah Holgersson, si reggerebbe in piedi da sola – infatti, l’ascolto senza le immagini potrebbe facilmente imprimere un’immagine altrettanto forte nella mente. Detto questo, Charismatic Megafauna dovrebbe fornire una delle esperienze visive più ricche della stagione, un’esperienza che sarebbe notevolmente penalizzata dalla visione su qualcosa di più piccolo del grande e glorioso schermo del cinema.

Charismatic Megafauna è stato prodotto da Fasad con la coproduzione di Film i Väst e SVT. Le sue vendite sono gestite da Cinetic.

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(Tradotto dall'inglese da Elenia Buono)

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