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SUNDANCE 2020 Concorso World Cinema Dramatic

Recensione: Yalda, a Night for Forgiveness

di 

- Con il suo secondo lungometraggio, una produzione prevalentemente europea, l'iraniano Massoud Bakhshi realizza un film spaventoso e appassionante su un processo mediatico in chiave femminile

Recensione: Yalda, a Night for Forgiveness
Sadaf Asgari in Yalda, a Night for Forgiveness

"Il perdono guida questi passaggi dalla morte alla vita. In molti casi, accade poco prima dell'esecuzione, che quindi non ha luogo. Perdonare l'assassino di una persona cara non è facile. Non tutti riescono a farlo". È la sera del solstizio d'inverno a Teheran e l'ora della sigla di "La Joie du Pardon", un programma televisivo con un pubblico molto vasto. Arrivata ammanettata allo studio di registrazione, una giovane donna di 22 anni aspetta tremante di entrare nell'arena perché è in gioco la sua vita. E’ l’inizio palpitante di Yalda, a Night for Forgiveness [+leggi anche:
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intervista: Massoud Bakhshi
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, l'ottimo secondo lungometraggio dell'iraniano Massoud Bakhshi, proiettato in prima internazionale nel concorso World Cinema Dramatic del 36° Festival di Sundance. Rivelatosi alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2012 con A Respectable Family [+leggi anche:
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, il regista e sceneggiatore conferma la sua grande abilità narrativa nel riflettere spinose questioni morali e sociali sull'amore e l'odio, e sul desiderio di vendetta, il tutto attraverso uno spettacolo mediatico di cui analizza gli ingranaggi.

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Punteggiato dai molteplici conti alla rovescia lanciati durante la trasmissione e dal televoto dei telespettatori ("digita 1 se Maryam è innocente, altrimenti 2"), il programma mette faccia a faccia, su due poltrone, i due protagonisti, con il presentatore Omid (Arman Darvish) in veste di arbitro. La 22enne Maryam (Sadaf Asgari) ha appena trascorso 15 mesi in prigione per aver ucciso accidentalmente suo marito e datore di lavoro Nasser Zia, 65 anni e direttore di un'agenzia pubblicitaria nella capitale, a seguito di una disputa sulla gravidanza che lui non desiderava. Avendo quindi perso il figlio e condannata alla pena capitale per impiccagione, può essere salvata solo dal perdono ufficiale in diretta della sua ex amica Mona (Behnaz Jafari), l'unica figlia di Nasser. Dietro le quinte si agitano la responsabile del programma Ayat (Babak Karimi), la madre disperata di Maryam (Fereshteh Sadr Orafaee) e l'assistente alla produzione Keshavarz (Forough Ghajebeglou). Per alcuni è in gioco l’audience, per altri è una questione di vita o di morte. E ci saranno segreti, rivelazioni e sorprese.

Matrimonio temporaneo, soldi di sangue (somma da pagare alla famiglia del defunto), divario che separa le classi sociali, sospetti di venalità e disputa per l’eredità, Massoud Bakhshi analizza metodicamente la realtà iraniana attraverso un accattivante melodramma di suspense (ossessionata dalla sua innocenza e dalla verità sul suo matrimonio, Maryam non si piega alla contrizione necessaria per il perdono) che offre ruoli superbi alle due attrici principali. Un duello emozionante tra controllo ed emozioni straripanti (a volte stimolato da colpi di scena leggermente troppo meticolosamente preparati dalla sceneggiatura) che offre al regista anche l'opportunità di trattare in modo intelligente gli ingranaggi della società dello spettacolo televisivo (anche tramite un reportage "documentario" inserito nel film) attraverso uno sguardo molto cinematografico supportato dalla buona direzione della fotografia del bulgaro Julian Atanassov.

Prodotto dai francesi di JBA Productions con i tedeschi di Niko Film, gli svizzeri di Close Up Films, Amour Fou Luxembourg, la struttura bretone Tita B Productions, la società iraniana Ali Mosaffa Productions e i libanesi di Schortcut Films, Yalda, la nuit du pardon è venduto nel mondo da Pyramide.

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(Tradotto dal francese)

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