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FESTIVAL / PREMI Svizzera

Quattro nomination al Premio del cinema svizzero per Le Milieu de l’Horizon

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- Sono forse inaspettatamente i film di finzione a ricevere il più alto numero di nomination al Premio del cinema svizzero 2020

Quattro nomination al Premio del cinema svizzero per Le Milieu de l’Horizon
Le Milieu de l’Horizon di Delphine Lehericey

Fra i 69 film iscritti, visionati e discussi da circa 450 membri dell’Accademia del Cinema Svizzero, sono numerosi ad essere nominati simultaneamente in più categorie (delle 11 totali) del Premio del cinema svizzero: Le Milieu de l’Horizon [+leggi anche:
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intervista: Delphine Lehericey
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di Delphine Lehericey, prodotto da Elena Tatti della romanda Box Productions insieme alla belga Entre Chien et Loup, Baghdad In My Shadow [+leggi anche:
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di Samir, presentato in prima mondiale al Locarno Festival, il discusso Paradise War – The Story of Bruno Manser [+leggi anche:
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intervista: Niklaus Hilber
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di Niklaus Hilber, il nuovo film di Micha Lewinsky One-way to Moscow (film d’apertura delle Giornate di Soletta 2020) e due documentari di registe donne: The Journey – A Story of Love [+leggi anche:
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 della giovane Fanny Bräuning e Where We Belong [+leggi anche:
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, affascinante documentario di Jacqueline Zünd.

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Con le sue quattro nomination: miglior film di finzione, miglior sceneggiatura (Joanne Giger), miglior interprete maschile (per il giovanissimo debuttante Luc Bruchez, Gus nel film) e miglior musica da film (Nicolas Rabaeus), Le Milieu de l’Horizon aspetta di sicuro con grande impazienza la cerimonia di premiazione che si terrà il 27 marzo alla Halle 622 di Zurigo. Anche loro nella categoria miglior film di finzione, Paradise War – The Story of Bruno Manser, One-way to Moscow e Baghdad In My Shadow si posizionano al secondo posto con tre nomination ciascuno. Oltre a concorrere nella categoria miglior film di finzione, Paradise War – The Story of Bruno Manser compete anche in quella della miglior interpretazione maschile (per la nuova stella nascente del cinema elvetico Sven Schelker) e del miglior montaggio (Claudio Cea). One-way to Moscow concorre invece in quella per la miglior sceneggiatura (Plinio Bachmann, Barbara Sommer, Micha Lewinsky) e la miglior interpretazione femminile (per Miriam Stein). Infine, Baghdad In My Shadow affianca il primo nella categoria miglior montaggio (Jann Anderegg) e il secondo in quella per la miglior sceneggiatura (di Samir stesso). Con una sola nomination ma di grande prestigio Les Particules [+leggi anche:
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intervista: Blaise Harrison
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di Blaise Harrison che concorrerà anche lui nella categoria miglior film di finzione.

Per quanto riguarda i documentari, sono i già citati The Journey – A Story of Love (nelle categorie miglior documentario, musica da film e fotografia) e Where We Belong (miglior documentario, musica da film e montaggio) a brillare. Li seguono a poca distanza il nuovo documentario di Esen Isik Al-Shafaq - When Heaven Divides [+leggi anche:
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 (in competizione per il Prix de Soleure 2020): miglior interpretazione femminile (Beren Tuna) e miglior fotografia (Gabriel Sandru), insieme a The Working Man [+leggi anche:
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 del giovane Hans Kaufmann: miglior interpretazione maschile (Joel Basman) e miglior interpretazione da non protagonista per due dei suoi attori (Cecilia Steiner e Andrea Zogg). I concorrenti dei già citati The Journey – A Story of Love e Where We Belong, nella categoria miglior documentario sono: African Mirror [+leggi anche:
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di Mischa Hedinger, L’Île aux oiseaux [+leggi anche:
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intervista: Maya Kosa e Sérgio da Costa
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dei giovani Maya Kosa e Sergio da Costa e Madame [+leggi anche:
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di Stéphane Riethauser.

Non resta che attendere un paio di mesi per conoscere il verdetto.

La lista dei nomination:

Miglior film
Baghdad In My Shadow [+leggi anche:
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- Samir (Svizzera/Germania/Regno Unito/Iraq)
Paradise War – The Story of Bruno Manser [+leggi anche:
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intervista: Niklaus Hilber
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- Niklaus Hilber (Svizzera/Francia)
Le Milieu de l’Horizon [+leggi anche:
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intervista: Delphine Lehericey
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- Delphine Lehericey (Svizzera/Belgio)
Les Particules [+leggi anche:
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intervista: Blaise Harrison
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- Blaise Harrison (Francia/Svizzera)
One-way to Moscow - Micha Lewinsky

Miglior documentario
African Mirror [+leggi anche:
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- Mischa Hedinger
The Journey – A Story of Love [+leggi anche:
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- Fanny Bräuning
L’Île aux oiseaux [+leggi anche:
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intervista: Maya Kosa e Sérgio da Costa
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- Maya Kosa, Sergio da Costa
Madame [+leggi anche:
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- Stéphane Riethauser
Where We Belong [+leggi anche:
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- Jacqueline Zünd

Miglior film d’animazione
Average Happiness - Maja Gehrig (cortometraggio)
Kids - Michael Frei (cortometraggio)
Le renard et l’oiselle - Samuel Guillaume, Frédéric Guillaume (cortometraggio)

Migliore sceneggiatura
Samir - Baghdad In My Shadow
Joanne Giger - Le Milieu de l’Horizon
Plinio Bachmann, Barbara Sommer, Micha Lewinsky - One-way to Moscow

Migliore interprete femminile
Miriam Stein - One-way to Moscow
Sabine Timoteo – Tambour battant
Beren Tuna – Al-Shafaq – When Heaven Divides [+leggi anche:
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Migliore interprete maschile 
Joel Basman - The Working Man [+leggi anche:
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Luc Bruchez - Le Milieu de l’Horizon
Sven Schelker - Paradise War – The Story of Bruno Manser

Migliore interpretazione da non protagonista 
Antonio Buil – Insoumises [+leggi anche:
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(Svizzera/Cuba)
Cecilia Steiner - The Working Man
Andrea Zogg - The Working Man

Migliore musica da film
Olivia Pedroli - The Journey – A Story of Love
Nicolas Rabaeus - Le Milieu de l’Horizon
Thomas Kuratli - Where We Belong

Migliore fotografia
Gabriel Sandru - Al-Shafaq – When Heaven Divides
Pierre Mennel - The Journey – A Story of Love
Basil Da Cunha - O fim do mundo [+leggi anche:
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intervista: Basil Da Cunha
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Miglior montaggio
Jann Anderegg - Baghdad In My Shadow
Claudio Cea - Paradise War – The Story of Bruno Manser
Gion-Reto Killias - Where We Belong

Miglior film di diploma
Isola - Aurelio Buchwalder
Nachts sind alle Katzen grau - Lasse Linder
Still Working - Julietta Korbel

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