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SOLETTA 2020 Premi

À la recherche de l’homme à la caméra si aggiudica il Prix de Soleure 2020

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- La regista tunisina Boutheyna Bouslama e il regista iracheno-svizzero Samir hanno sedotto giuria e pubblico delle Giornate di Soletta

À la recherche de l’homme à la caméra si aggiudica il Prix de Soleure 2020
La regista Boutheyna Bouslama con il Prix de Soleure 2020 (© Giornate di Soletta)

Composta dalla regista Ursula Meier, insieme all’artista Cemile Sahin e all’ambasciatore Mirko Manzoni, la giuria delle 55esime Giornate di Soletta ha insignito À la recherche de l’homme à la caméra, primo lungometraggio di Boutheyna Bouslama, del Prix de Soleure. Colpita “dalla narrazione e dalla scrittura cinematografica”, la giuria mette in avanti la capacità della regista di “dare visibilità alle vittime delle guerre e ai conflitti dimenticati, con una sincerità di cui avremmo bisogno più spesso”. Boutheyna Bouslama è nata a Parigi ma possiede la nazionalità tunisina. Malgrado vivesse da lunghi anni a Ginevra, dove ha studiato Visual Arts & Film alla HEAD e dove ha in seguito lavorato, è stata costretta a lasciare il paese e vive attualmente a Istanbul.

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Grazie al suo film è partita durante tre anni alla ricerca del suo amico d’infanzia Oussama, fotografo attivista siriano scomparso in circostanze misteriose. La ricerca estenuante che ha condotto, l’ha portata a interrogarsi non solo sui legami interpersonali che trascendono gli orrori della guerra, ma anche sul potere dell’immagine come memoria di una realtà che va oltre l’immaginazione.

À la recherche de l’homme à la caméra, una coproduzione fra la svizzera Close Up Films e la francese 24images, ha già ricevuto il prestigioso Sesterzio d’oro SRG SSR per il miglior film svizzero a Visions du réel 2019. Il premio di 60'000 chf è suddiviso in modo equo fra la regista e i produttori.

Il Prix du public va anche lui ad un film, Baghdad in My Shadow [+leggi anche:
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di Samir, che mette in scena i paradossi della guerra impersonificati da un gruppo di iracheni esiliati a Londra. Sempre preciso e sottile nei suoi propositi, Samir riesce a creare una finzione credibile e complessa che solleva diverse domande, a volte anche scomode.

Uscito nelle sale svizzere di lingua tedesca nel 2019, il film sarà proiettato in quelle romande a partire dal 19 febbraio. Baghdad in My Shadow, nominato per ben tre volte al Premio del cinema svizzero 2020 (miglior film, sceneggiatura e montaggio), è una coproduzione fra Svizzera (Dschoint Ventschr e SRF Schweizer Radio und Fernsehen), Germania (Coin Film), Regno Unito (Ipso Facto Productions) e Iraq (Art City Productions).

Un palmarès multiculturale che da visibilità a situazioni complesse spesso nascoste fra le macerie di conflitti estenuanti, di cui la nuova direttrice delle Giornate di Soletta va particolarmente fiera: “il palmarès testimonia in favore di una concezione delle Giornate di Soletta che mi piace molto. Unisce le regioni linguistiche, le generazioni, i generi e il pubblico per un dialogo fecondo.”

La manifestazione, capitanata quest’anno per la prima volta da Anita Hugi, ha riscontrato un importante interesse di pubblico con più di 66'000 entrate.

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