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SUNDANCE 2020 Concorso World Cinema Dramatic

Recensione: Donne ai primi passi

di 

- Il primo lungometraggio di Maïmouna Doucouré, un racconto di formazione molto sfaccettato, ha vinto il premio per la miglior regia al Festival di Sundance

Recensione: Donne ai primi passi

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di Maïmouna Doucouré è uno dei due film francesi selezionati al Festival di Sundance nel concorso World Cinema Dramatic (dove si è aggiudicato il premio per la miglior regia). Doucouré aveva già vinto il premio per il miglior cortometraggio con Maman/s nel 2016, un concetto esteso a questo primo lungometraggio, premiato di nuovo. La giuria è rimasta affascinata dalla messa in scena di grande densità che traduce coerenza e sicurezza estetica.

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Anche autrice della sceneggiatura, Doucouré racconta questa storia attraverso gli occhi di una ragazzina di 11 anni, ma Amy, la protagonista di Donne ai primi passi, funge da alter ego della regista, cresciuta anche lei tra due culture: quella francese della sua terra natale e quella senegalese delle sue origini parentali. A scuola, Amy vuole assolutamente unirsi allo stesso gruppo di danza della sua vicina, Angelica. Il gruppo è composto da quattro ragazze molto sicure di sé, che sembrano donne e appaiono in abiti particolarmente corti e sgambati. Amy non ha questa sicurezza e, di nascosto, guarda dei video per imparare i suoi movimenti mentre passa sempre più tempo con le sue nuove amiche.

Nel frattempo, a casa, ci si prepara per il ritorno del padre che torna dal Senegal. Quando Amy scopre che suo padre sarà accompagnato dalla sua nuova moglie, è destabilizzata. È incastrata tra la tristezza di sua madre e i precetti tradizionali che le recita sua zia per farla diventare una donna. La danza diventa uno sbocco che lei pratica con ossessione, e in cui incanala tutta la sua energia e frustrazione. La giovane protagonista Fathia Youssouf interpreta una Amy allo stesso tempo fragile e sorprendentemente potente. È nel carisma di Youssouf che troviamo la più grande forza di Donne ai primi passi. Lei si distingue brillantemente dalle altre ragazze, ma tutte le attrici fanno un lavoro straordinario.

Doucouré firma un film di formazione sfaccettato. È un prisma che riflette allo stesso tempo l'immagine che le ragazze hanno di se stesse nella nostra società, questo senso estetico alimentato dai social network, la pubblicità e la pornografia banalizzata, e tutte le forme di espressione suggerite dagli abiti, il trucco e la volgarità del linguaggio, che la nostra cultura del divertimento impone affinché i giovani siano apprezzati o presi sul serio. In Donne ai primi passi, Doucouré confronta questa visione della donna falsamente progressista con una visione falsamente conservatrice per far emergere le sfumature. Evita in modo intelligente la demonizzazione e le soluzioni facili per arrivare a una richiesta di maggiore comprensione comune.

Nonostante il peso del suo tema, il film riesce a mantenere una serenità e leggerezza infantile, e persino un dolce sentimentalismo. La scelta di colori caldi e saturi aggiunge una nota magica a un montaggio rapido e teso. La regista ha creato lo scrigno più bello per questo piccolo gioiello rilevante e artisticamente convincente.

Donne ai primi passi è una produzione di Bien ou Bien Productions e France 3 Cinéma. Il film è distribuito da Bac Films in Francia e da Netflix nel mondo.

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(Tradotto dal francese)

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