email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

BERLINALE 2020 Panorama

Recensione: No Hard Feelings

di 

- BERLINALE 2020: Il film vincitore del Teddy Award di quest'anno, che parla di omosessualità, migrazione e integrazione, pone il tedesco Faraz Shariat tra i nuovi registi da tenere d'occhio

Recensione: No Hard Feelings
Benjamin Radjaipour in No Hard Feelings

Dato che uno dei primi, e ancora uno dei migliori, film sulla vita degli immigrati di seconda generazione è My Beautiful Launderette, l'adattamento di Stephen Frears del 1985 del romanzo di Hanif Kureshi ambientato negli anni della Thatcher e interpretato da Daniel Day-Lewis e Gordon Warnecke nei panni di due innamorati, è triste che non ci siano stati più lavori che esplorassero l'omosessualità e la razza. Quelli che lo hanno fatto, si sono spesso concentrati sul conflitto generazionale e sul rifiuto culturale. Alla fine, quel vuoto è stato in qualche modo colmato dall'arrivo di No Hard Feelings [+leggi anche:
trailer
intervista: Faraz Shariat
scheda film
]
di Faraz Shariat nella sezione Panorama del 70° Festival di Berlino. Vincitore del Teddy Award di quest'anno, è un film che ha così tante fonti di conflitto e un tale focus sull'omosessualità, la famiglia, i rifugiati, la migrazione e l'amore, che avrebbe potuto facilmente scivolare nel melodramma. E invece, Shariat si contraddistingue come il futuro del cinema queer con una storia sulle barriere all'integrazione culturale.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)
Hot docs EFP inside

Un VHS di un ragazzo tedesco di origine iraniana che canta e balla con indosso un vestito accanto al televisore dei suoi genitori apre No Hard Feelings. Un paio di decenni dopo, i suoi genitori chiamano Parvis-Joon (Benjamin Radjaipour) alla vigilia di Capodanno mentre entra in un club. La scena apparentemente divertente nel club termina bruscamente quando il ragazzo tedesco che Parvis sta baciando gli chiede: "Quindi, da dove vieni?". È la domanda più esasperante che un giovane immigrato di seconda generazione possa sentirsi fare: per il tedesco, sembra una domanda innocente, mentre per Parvis è un tentativo di farlo sentire un estraneo nella sua terra natale. Alcune persone non lo vedranno mai come tedesco, nonostante tutti i vari aspetti della sua integrazione. La domanda "Chi sono io?", più che l'omosessualità di Parvis, domina la storia, che si basa sulle esperienze personali del regista. Parvis è stato accettato dalla sua famiglia e dai suoi genitori commercianti per quello che è, e non c'è conflitto in merito alle sue preferenze sessuali, ma solo per la sua propensione al taccheggio. È una decisione narrativa che consente a Shariat di esplorare come vengono trattati i migranti gay in Germania, dai tedeschi e da coloro che migrano da altri paesi. È un angolo nuovo, più interessante.

Il tono è leggero. Parvis, con i suoi capelli biondi, è un ragazzo simpatico e gradevole, che può essere anche un po' sciocco, come dimostra quando cerca di tradurre per la Croce Rossa in un centro per rifugiati. La storia passa dal divertente al triste come un'altalena in un parco giochi. Nel centro rifugiati, Parvis fa amicizia con i fratelli Banafshe (Banafshe Hourmazdi) e Amon (Eidin Jalali), che attendono di sapere se possono rimanere in Germania. Altri al centro rifugiati sono immediatamente diffidenti nei confronti della sua omosessualità: "Quella merda è contagiosa", dice uno. Shariat gioca con il fatto che mentre i tedeschi guardano Parvis dall’alto in basso, il suo status è superiore a quello di chi cerca asilo. Ogni incontro sessuale con un tedesco sembra finire con una sorta di stereotipo razziale.

È un peccato che il sesso sia così grafico in un film altrimenti tanto morbido nei toni, perché in tal modo solo il pubblico più adulto sarà autorizzato a vederlo. In Germania è accessibile ai maggiori di 16 anni, ma questa eccellente storia intersezionale sull'identità merita di avere un pubblico il più vasto possibile.

No Hard Feelings è una produzione tedesca guidata da Jünglinge Film in coproduzione con Jost Hering Filme, Iconoclast Germany e La Mosca Bianca Films. Le vendite internazionali sono guidate da m-appeal.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy