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SARAJEVO 2020 Concorso

Recensione: All the Pretty Little Horses

di 

- Il secondo lungometraggio del regista greco Michalis Konstantatos presentato a Sarajevo è un thriller psicologico paranoico su una coppia sposata che cerca di ricostruire la propria vita

Recensione: All the Pretty Little Horses
Dimitris Lalos e Yota Argyropoulou in All the Pretty Little Horses (© Pluto Film)

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intervista: Michalis Konstantatos
scheda film
]
, il secondo lungometraggio dello sceneggiatore e regista greco Michalis Konstantatos (Guerrilla), che ha avuto la sua prima mondiale in Concorso al Sarajevo Film Festival, è uno di quei thriller psicologici che inducono lo spettatore ad aspettarsi una grande svolta o una rivelazione che non arriva mai. Ma nel processo, questo film scopre altri aspetti più interessanti dei tratti caratteriali dei suoi protagonisti e della loro relazione, e ci fa provare a relazionarci con essi.

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Dopo un'apertura che induce alla paranoia, troviamo la bella coppia composta da Aliki (Yota Argyropoulou) e Petros (Dimitris Lalos), entrambi sulla trentina, in una lussuosa villa vicino a una città di mare. Non essendoci fornita alcuna spiegazione, apprendiamo solo gradualmente che il posto appartiene alla ricca Anna (Katerina Didaskalou) che è assente per la maggior parte del tempo, mentre Petros si prende cura del luogo e Aliki lavora part-time come infermiera a domicilio. Anche il loro giovane figlio Panagiotis si unisce a loro ogni volta che è possibile, e sembrano divertirsi a trascorrere la maggior parte del loro tempo lì. Quando tornano nel loro appartamento, l’atmosfera si fa angusta e riaffiorano irritazioni e risentimenti.

È successo loro qualcosa, una specie di incidente o una tragedia che non viene mai svelata del tutto ma che può essere dedotta in una certa misura da pochi e brevi dialoghi. Qualunque cosa fosse, si sono trasferiti da Atene per riprendersi prima di farvi ritorno. Nel frattempo, le minacce sembrano nascondersi dietro ogni angolo: un vicino con due cani pericolosi, un uomo che brucia l'erba in un campo lungo la strada, visto con la coda dell'occhio – spesso accompagnato da una partitura di archi minacciosa. A volte, anche i due coniugi mostrano un comportamento aggressivo, forse anche tendenze omicide...

Konstantatos si ispira a registi come Roman Polanski e Michael Haneke, creando un'atmosfera intensa e facendoci mettere in discussione ogni azione dei protagonisti. Anche se certamente non raggiunge le vette artistiche e paranoiche di L’inquilino del terzo piano o Caché, il suo approccio è più focalizzato sui mondi interiori degli eroi, e questo si riflette nel modo in cui percepiamo la loro relazione.

La villa moderna e isolata è un ambiente eccellente ed evocativo: la sua piscina può essere interpretata come un luogo di segreti, o anche del subconscio, mentre le sue pareti bianche lucide, quasi accecanti alla luce del sole, suggeriscono che nulla può rimanere nascosto a lungo. La telecamera di Yiannis Fotou coglie spesso dettagli nel linguaggio del corpo di Aliki e Petros, o nelle loro espressioni facciali, che accrescono il mistero. Il suo uso frequente di angoli insoliti, specialmente quelli alti, ci fa chiedere se uno dei due personaggi sia veramente onesto con il proprio partner.

Sebbene il film sembri realizzare ciò che il regista si era proposto di fare, sarebbe probabilmente più convincente se alcuni dei suoi aspetti fossero meno oscuri. Così com'è, lo spettatore a volte si sente ingannato, il che certamente diminuisce l'effetto complessivo della pellicola.

All the Pretty Little Horses è una coproduzione della greca Horsefly Productions, la belga A Private View e la tedesca Massah Film. La compagnia di Berlino Pluto Film detiene i diritti internazionali.

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(Tradotto dall'inglese)

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