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Recensione: Antoinette dans les Cévennes
- Laure Calamy e l’asino Patrick approdano sullo schermo nella commedia molto divertente e originale di Caroline Vignal, film della Selezione ufficiale cannense in uscita nelle sale in Francia
"È il tuo asino? Ti sta dando filo da torcere? È lo stesso per tutti, devi imparare a conviverci". Quando, per un capriccio romantico, la protagonista di Antoinette dans les Cévennes [+leggi anche:
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scheda film] di Caroline Vignal, etichettato Selezione ufficiale del 73° Festival di Cannes e distribuito nelle sale francesi il 16 settembre da Diaphana, decide di intraprendere un viaggio per il quale non è in alcun modo preparata, non ha idea che sta contemporaneamente innescando un epico conto alla rovescia verso la riscoperta di sé. Il film è un viaggio iniziatico sullo sfondo di una commedia romantica e di paesaggi vasti e magnifici, ma è anche un esilarante "buddy movie" che unisce una donna e un asino, dipinge un ritratto commovente e magnifica le virtù dello spogliarsi di tutto e tornare alla natura (senza nascondere le complicazioni che un tale processo comporta).
"E sento la febbre che mi morde". Come la canzone Amoureuse di Véronique Sanson, che lei interpreta, infuocata, davanti a un pubblico di genitori di studenti sconcertati durante la festa di fine anno, l'insegnante Antoinette (Laure Calamy) è in piena effervescenza emotiva e sensuale, giacché vive una relazione clandestina con Vladimir (Benjamin Lavernhe), il padre di uno dei suoi allievi di quinta. Ma il loro progetto di trascorrere una settimana di libertà a Parigi sfuma improvvisamente: Vladimir, sua moglie (Olivia Côte) e la loro figlia hanno cambiato i loro piani e alla fine partono per le Cévennes per un'escursione in asino. E che problema c’è? L'impulsiva Antonietta si lancia così (senza dirlo a nessuno) sulle loro tracce e sul percorso intrapreso e raccontato nel 1879 dallo scrittore scozzese Robert-Louis Stevenson in Voyage avec un âne dans les Cévennes… In programma, sei tappe di una ventina di chilometri al giorno con sosta ogni sera in un alloggio con tavoli e dormitori collettivi.
Basti dire che Antoinette provoca un immediato scalpore tra gli escursionisti esperti, soprattutto dopo aver confessato il motivo sentimentale dietro il suo viaggio. La sua fama cresce con il passare dei giorni e con l’aumentare dei disagi, crudelmente divertenti, a cominciare dalla necessità di far avanzare il suo partner: l'asino Patrick. Ma cosa succederebbe se il desiderio di Antoinette di incrociare il suo Vladimir (con tanto di ingombrante famiglia) si avverasse?
Guidato dalla sensazionale Laure Calamy, che combina a meraviglia una comicità quasi patetica con una commovente dimostrazione di coraggio nelle avversità, il film offre un bellissimo ritratto di donna attraverso il legame inaspettato che si instaura lentamente con Patrick; un rapporto inizialmente teso data la natura recalcitrante dell'animale, ma che li vede gradualmente abituarsi l'uno all'altra (con Antoinette che gli racconta un po' della sua vita, in particolare del suo "dono di innamorarsi del peggior uomo possibile, nel peggior momento possibile, nel peggior posto possibile"). Insieme formano un duo che fa molto ridere, impreziosendo una trama che procede al ritmo rilassante delle passeggiate e degli incontri inattesi in mezzo a panorami mozzafiato quasi deserti. L’ambiente ideale per ricentrarsi e per un lungometraggio dotato di grande fascino.
Prodotto da Chapka Films e da La Filmerie, coprodotto da France 3 Cinéma e da Belga Productions, Antoinette dans les Cévennes è venduto nel mondo da Playtime.
(Tradotto dal francese)
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