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SAN SEBASTIAN 2020 New Directors

Recensione: I Never Cry

di 

- Il secondo film di Piotr Domalewski indaga un'esperienza comune a migliaia, se non milioni, di polacchi in un modo che renderebbe orgoglioso Ken Loach

Recensione: I Never Cry
Zofia Stafiej in I Never Cry

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, scritto e diretto da Piotr Domalewski, presentato nella sezione Nuovi Registi al Festival Internazionale del Cinema di San Sebastian, è un film drammatico commovente, pieno di umorismo nero ed empatia, che renderebbe Ken Loach fiero. Il debutto di Domalewski, Silent Night [+leggi anche:
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, ha vinto tutti i premi polacchi più prestigiosi, tipo i Leoni d’Oro del Festival del Cinema Polacco a Gdynia e le Aquile Polacche.

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Il personaggio principale nel suo nuovo lavoro è la diciassettenne Ola (straordinaria esordiente Zofia Stafiej), la quale deve diventare “capofamiglia” nel giro di poche ore. Lei è solo la tipica adolescente – che scambia messaggi con un ragazzo carino, esce con gli amici e cerca di passare l’esame di guida perché suo padre, che lavora in Irlanda da svariati anni, le ha promesso un automobile.

Tuttavia, una serie di terribili eventi ha inizio quando Ola boccia il suo test per la terza volta consecutiva e viene a conoscenza che il padre ha perso la vita in un cantiere all’estero, dove stava lavorando. Sua madre, la quale si prende cura del fratello disabile e non parla inglese, non può andare in Irlanda per reclamare il corpo. Ola inizialmente è riluttante nel volerlo fare – non ha nessun legame emotivo con il padre, che non è tornato in Polonia a visitare la famiglia molto spesso – ma quando arriva in Irlanda, inizia a conoscerlo postumamente e inizia a essere coinvolta nella sua missione, la quale, esattamente come la vita di un adulto, diventa progressivamente più complicata.

Ola è una forza della natura: se qualcuno le chiude la porta in faccia, lei trova una finestra su cui arrampicarsi per entrare. Vediamo il suo personaggio in costante movimento, passa tutto il tempo a camminare, marciare o correre. Il suo desiderio di prendere la patente e avere la propria auto è la metafora centrale per il suo sogno di essere indipendente e in controllo della sua vita. La prestazione dell’attrice esordiente Stafiej è vigorosa e impressionante. È affascinante sia in scene centrate solo sul suo personaggio, sia in quelle dove deve interagire con attori con molta più esperienza (i superbi Kinga Preis e Arkadiusz Jakubik).

Il film di Domalewski affronta il tema dell’emigrazione economica di massa che ha avuto inizio quando la Polonia è entrata a far’ parte dell Unione Europea. Migliaia, se non milioni, di famiglie sono state separate, i bambini sono cresciuti senza un genitore o entrambi i genitori, sentendone tanto la mancanza o soffrendo di qualche dolore fantasma – come una persone che ha avuto amputazione prova una sensazione di disagio nel punto dell’arto mancante. Per qualche ragione, solo i giornali e gli scrittori discutono o investigano questo fenomeno dei così chiamati “Euro-orfani”, e Domalewski è il primo regista di lungometraggi che ha fatto luce sull’argomento. Segue i suoi personaggi con curiosità ed empatia, è si focalizza sul mostrare le conseguenze del vivere una vita senza una famiglia, piuttosto che semplicemente accusare il sistema sociale responsabile per la situazione.

I Never Cry, una produzione polacco-irlandese, è stato scritto da Domalewski, e prodotto da Jan Kwieciński (Akson Studio) e Julie Ryan (MK1 Production). Il film è stato distribuito in Polonia da Forum Film il 25 Settembre, e le vendite internazionali sono gestite da Wide Management.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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