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ROMA 2020

Recensione: The Shift

di 

- Con la sua opera prima, su un attentato terroristico a Bruxelles, Alessandro Tonda trova il tono giusto per affrontare un tema di bruciante attualità senza rinunciare all’intrattenimento

Recensione: The Shift
Clotilde Hesme e Adamo Dionisi in The Shift

Siamo su un autobus, in mezzo a un gruppo di adolescenti che chiacchierano di ragazze, feste ed esami. Con un lungo piano sequenza, accompagniamo questi giovani fino all’entrata della loro scuola, e poi nell’atrio, dove incontrano i loro compagni, scherzano e ridono. Ma c’è qualcuno, lì dentro, che non ha la stessa aria spensierata. Poco dopo, un’esplosione. È con questa sequenza shock che si apre The Shift [+leggi anche:
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, l’opera prima di Alessandro Tonda presentata nella Selezione ufficiale della 15ma Festa del cinema di Roma. Ambientato a Bruxelles, il film mette in scena un attentato terroristico di matrice islamica (e la capitale belga, lo ricordiamo, subì davvero ben tre attacchi la mattina del 22 marzo 2016) per poi spostare il fuoco su un’autoambulanza e sui tre personaggi che vi si trovano a bordo: due paramedici e un ragazzo di 16 anni, quest’ultimo ferito e con una cintura esplosiva addosso.

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Un’autoambulanza che, invece di portare salvezza, si trasforma in una mina vagante per le vie della città, è il set principale di questo film dal ritmo serratissimo che guarda in faccia il nemico, che qui ha i tratti di un adolescente fragile e plagiato. I due paramedici Isabelle (Clotilde Hesme) e Adamo (Adamo Dionisi) non hanno idea di cosa si nasconda sotto la felpa di quel ragazzino che si ritrovano a soccorrere e che ancora respira dopo essere caduto sotto le macerie della scuola. Quando lo scoprono è troppo tardi: il giovane islamico Eden (Adam Amara) ha già ripreso i sensi e, seppur spaventato e senza forze, ha intenzione di portare la sua missione fino in fondo: basta premere un pulsante. Per i tre nell’autoambulanza comincia così una fuga inarrestabile da un posto di blocco all’altro, in una città in stato di allarme rosso, e in cui i due paramedici presi in ostaggio sono costretti a far finta di niente, persino a medicare il ragazzo che li minaccia, mentre la squadra antiterrorismo dispiega tutte le sue forze per dare la caccia all’aspirante kamikaze sopravvissuto.

Alessandro Tonda, formatosi come aiuto regista in film come Suburra [+leggi anche:
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, e nelle serie tv di successo Romanzo criminale e Gomorra, realizza un lungometraggio d’azione che funziona bene e iper dinamico, ma non è l’intrattenimento l’unica chiave di The Shift. Mettendo tre personaggi che hanno a che fare in modo diverso con l’immigrazione in un veicolo pronto a esplodere nel cuore della capitale d’Europa, tenta anche di offrire uno spaccato di realtà contemporanea e ipotizza uno scenario alternativo alla triste cronaca, in cui sia possibile guardarsi in faccia, abbattere le barriere e gettare un ponte di comunicazione tra noi e l’altro. Un buon esempio di opera prima con un appeal internazionale, e di un cinema di genere che sa trovare il tono giusto per affrontare un tema di bruciante attualità, senza giudizio e con rispetto. Infine, come recita la dedica finale del film, un omaggio “a coloro che combattono al fronte senza usare nessuna arma”, ossia medici e infermieri. Una dedica che, in questi tempi di pandemia, risuona più sentita che mai.

The Shift è una coproduzione italo-belga di Notorious Pictures e Tarantula. Il film esce il 5 novembre nei cinema italiani distribuito da Notorious.

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