Recensione: Nieva en Benidorm
- Isabel Coixet pervade il suo ultimo lungometraggio di così tanta malinconia da non dargli respiro né come film di suspense né come storia d'amore matura

Tutto si può dire tranne che l'irrequieta Isabel Coixet non abbia il senso del rischio, della sperimentazione e della diversità. Basta dare un’occhiata alla sua filmografia per constatare come abbia osato in tutti i generi, stili e formati. Ed è lo stesso spirito d'avventura – come quello di Juliette Binoche in Nadie quiere la noche [+leggi anche:
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intervista: Isabel Coixet
scheda film], uno dei suoi lavori migliori – a guidare la regista verso nuove latitudini nella sua carriera, non preservandola tuttavia da qualche scivolone lungo la strada. Le è capitato nel suo precedente lungometraggio Elisa y Marcela [+leggi anche:
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scheda film], e le succede di nuovo, ahimé per i suoi fan, in Nieva en Benidorm [+leggi anche:
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intervista: Isabel Coixet
scheda film], lungometraggio che ha aperto la 65ma edizione della Settimana internazionale del cinema di Valladolid (Seminci).
Stavolta la regista catalana si è recata nella peculiare località balneare del titolo: situata sulle rive del Mediterraneo, la "New York di Alicante" è un affascinante crogiolo di culture, epoche e stili di vita, poiché vi convivono pensionati edonisti, addii al celibato e giovani in cerca di festa, sesso e sole. È un micro paese delle meraviglie dove tutto è possibile, motivo per cui Coixet ha portato nei suoi grattacieli e sulle sue spiagge il protagonista del suo nuovo lungometraggio, interpretato dall'attore inglese Timothy Spall.
L'indimenticabile interprete di Mr. Turner [+leggi anche:
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intervista: Mike Leigh
scheda film] – con qualche chilo in meno rispetto al film biografico firmato da Mike Leigh – incarna un brav'uomo, ma con una vita non così eccezionale: lavora in un istituto finanziario a Manchester, negando prestiti a chi ne ha davvero bisogno e concedendo crediti a chi può pagarli. Porta quindi i paradossi della nostra vita contemporanea impressi nella sua anima: è anche un fanatico del meteo e si fida delle previsioni del tempo che i diversi media offrono ogni giorno.
Fino a quando una svolta del destino non gli fa perdere la sua apparente stabilità e lo spinge ad andare alla ricerca del fratello, che vive da anni in Spagna. Lì sarà coinvolto in un'indagine dagli esiti incerti e incontrerà donne che gli faranno riflettere sulla sua vita: una poliziotta (Carmen Machi) che – contro ogni cliché – ama la poesia, e una star del burlesque (Sarita Choudhury) che nasconde perle nella sua sensuale anatomia.
Aggrappandosi a questi esseri solitari e sotto la luce splendente e mutevole del Levante spagnolo, la vincitrice del Premio Nazionale di Cinematografia 2020 cerca di raccontare una storia di reinvenzione (scritta da lei stessa) che non è classificabile né come un film di suspense né come una commedia romantica. Questa mancanza di slancio e di definizione, più una messa in scena scialba e, a volte, insensata, danneggia dei personaggi che, sebbene posseduti da quella malinconia che è un marchio di fabbrica, avrebbero bisogno di più forza, vigore e passione, per fare in modo che il pubblico non solo si identifichi con loro e li ami, ma soprattutto ne comprenda le derive emotive e vitali.
Nieva en Benidorm è una produzione di Pedro Almodóvar, Agustín Almodóvar ed Esther García (El Deseo), con la partecipazione di RTVE e Movistar Plus+, fra gli altri. Delle sue vendite internazionali si occupa Film Factory Entertainment; il film uscirà nelle sale spagnole con BTeam Pictures.
(Tradotto dallo spagnolo)
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