Recensione: Ultimina
- Per assaporare questo documentario di Jacopo Quadri bisogna prendere i ritmi contadini di un tempo, respirare al ritmo di questa donna dallo spirito fiero
Ultimina ha tanti ricordi, alcuni rimpianti, e una certezza sulle donne del suo tempo vittime di padri padroni e mariti ubriaconi: “le avrei fatte divorziare tutte, se avessi potuto”. Ultima Capecchi oggi ha 86 anni ed è la protagonista assoluta del documentario Ultimina [+leggi anche:
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scheda film] che le ha dedicato Jacopo Quadri, in anteprima mondiale in Concorso mediometraggi all’IDFA International Documentary Film Festival di Amsterdam, il più importante festival di documentari al mondo.
Jacopo Quadri è considerato uno dei migliori montatori italiani. Ha montato tutti i film di Mario Martone e di Gianfranco Rosi e tra i registi con cui ha collaborato, ci sono i nomi di Bernardo Bertolucci, Zhang Yuan, Apichatpong Weerasethakul, Paolo Virzì. Da regista, dopo una serie di cortometraggi sperimentali, ha realizzato con Mario Martone i lungometraggi documentari La terra trema e Un posto al mondo. Il suo terzo documentario, Lorello e Brunello [+leggi anche:
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scheda film] (Premio Cipputi e la Menzione Speciale della Giuria al Torino F.F. 2017) era il diario di un anno trascorso coi gemelli agricoltori del titolo, nella campagna della Maremma toscana. Ultima Capecchi era già presente in quel film, lo attraversava allegra e arguta, per cui possiamo considerare Ultimina una sorta di spin off di Lorello e Brunello, voluto dal regista per immortalare una donna d’altri tempi dalla vitalità inestinguibile.
Nata dalle parti di Sovana, in provincia di Grosseto, in una famiglia povera di mezzadri, quinta di sette fratelli (“mi hanno chiamato così perché i miei non ne potevano più di avere figli”) Ultimina è orgogliosa della vita non facile che ha vissuto. A badare alle pecore, nella neve, con le calze e la maglia di lana grezza che raschiava la pelle (“che ancora mi gratto”, scherza), la scuola solo fino alla seconda elementare, poca acqua per lavarsi, a lottare in un mondo in cui le donna, sottomesse, devono conquistarsi il loro spazio centimetro per centimetro. Una sola volta a ballare e mai più perché tanto era il fratello a scegliere con chi ballare. Incontra Goito e lo sposa a 17 anni. Il suocero la tratta come una bestia, come del resto tratta i suoi figli, e Goito si rivela presto un alcolista sfaccendato. Ultimina ci mostra vecchie foto del marito, dei genitori, di fratelli e nipoti, matrimoni, comunioni. Ora vive da sola in mezzo ad una magnifica e spopolata campagna etrusca dai riflessi di tufo rossastro. Il regista le è accanto mentre coltiva l’orto o appende i panni al sole, la segue nella sua visita al cimitero. “Ciao a tutti”, saluta i morti Ultimina. E seduta nella sua cucina, riflette sulle vicende della sua vita, espressione di un universo passato che ormai conta pochi testimoni.
Per assaporare questo documentario della durata di 61 minuti bisogna dimenticare l’estetica della fretta, prendere i ritmi contadini di un tempo, respirare al ritmo di questa donna dallo spirito fiero, che non si è fermata mai un momento.
Ultimina è montato da Jacopo Quadri, la fotografia è di Greta De Lazzaris, la musica di Valerio Vigliar, il suono di Daniela Bassani e Nicolò Tettamanti. Prodotto da Ubulibri in collaborazione con Rai Cinema, il film è venduto all'estero da Taskovski Films.