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TRIBECA 2021

Recensione: A-HA - The Movie

di 

- Il documentario di Thomas Robsahm è una delizia per i fan della band e una piacevole sorpresa per gli amanti della musica degli anni '80

Recensione: A-HA - The Movie

La hit del 1985 Take on Me e il suo iconico ritornello sono stati cantati innumerevoli volte, anche nei bar karaoke più deprimenti del pianeta. Molti hanno familiarità con gli A-HA, ma pochi potrebbero conoscere le loro vicissitudini come band e gruppo di tre amici di Oslo che sognavano in grande e volevano cogliere la loro occasione nell'industria musicale degli anni '80, nonostante l'agguerrita concorrenza rappresentata da artisti britannici e americani.

In questo nuovo lungometraggio intitolato A-HA - The Movie [+leggi anche:
trailer
intervista: Thomas Robsahm
scheda film
]
, programmato al Tribeca Film Festival, il regista Thomas Robsahm (Modern Slavery, The Greatest Thing) decide di raccontare tutta la storia dietro il popolare trio, formato dal chitarrista Pål Waaktaar-Savoy, dal tastierista Magne Furuholmen e dal cantante Morten Harket. La narrazione è convenzionale ma scorre abbastanza fluidamente; all'inizio seguiamo la band dalle prime prove durante la loro adolescenza nella fredda e noiosa Oslo degli anni '70, i tentativi  fatti per essere notati dalle etichette e dai produttori musicali di Londra, i loro fallimenti iniziali e gli  incontri con i manager Terry Slater e John Ratcliff che hanno cambiato le loro vite.

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La storia prosegue con una combinazione di nuove interviste, estratti dei dietro le quinte, filmati d'archivio e diverse sequenze animate che mostrano come la band avesse raggiunto il successo mondiale con il loro singolo più famoso – e sì, il suo ritornello orecchiabile si farà strada nella testa ancora di più! È interessante notare che il documentario usa la loro ascesa verso la fama per chiarire le dinamiche tra il trio e il modo in cui ciascuno ha reagito in modo diverso al travolgente successo globale. Pål e Magne, ad esempio, hanno ammesso che la maggiore attenzione dei media sul loro frontman Morten ha permesso loro di rimanere leggermente più in secondo piano, forse in una posizione più sicura e più comoda. In effetti, è Pål che emerge come il vero leader della band, anche se la sua autorità ha causato anche molto malcontento.

La loro età d'oro negli anni '80, attraverso canzoni come Cry Wolf e The Sun Always Shines on TV, il loro declino nei primi anni '90 che culminò con l'uscita dell'album del 1993 Memorial Beach, un lavoro che esplorava territori artistici insoliti e scomodi, la pausa, il loro ritorno nel 1998, il loro secondo addio nel 2010 e la loro seconda reunion nel 2015 sono tutti esplorati in questo documentario, in una certa misura.

Indubbiamente, il film si rivelerà un'esperienza gioiosa per i fan della band, e una piacevole sorpresa per tutti gli amanti dei generi new wave, alt rock e synth pop degli anni 80, soprattutto per coloro che non vantano una conoscenza approfondita della discografia degli A-HA e che potrebbero voler "shazam" alcune gemme nascoste del film. Viene toccato il tema della fama e di come può avere un impatto e travolgere la vita delle persone, ma un'esplorazione più approfondita delle lotte e dei momenti critici della band potrebbe aver  migliorato la qualità complessiva del film.

Questo non per negare il buon lavoro di Robsahm sul film, che rimane un’opera divertente e accattivante. Tuttavia, il film non riesce a distinguersi dalla massa, rimanendo un documentario musicale piuttosto tradizionale. E questo apre a un'altra domanda: perché questa band è conosciuta quasi esclusivamente per Take on Me e considerata da molti un fenomeno "one-hit-wonder", mentre la qualità delle loro altre canzoni è uguale - se non superiore - a quello del loro maggior successo?

A-HA - The Movie è prodotto dalla società norvegese Motlys e venduto in tutto il mondo dalla britannica First Hand Films.

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(Tradotto dall'inglese)

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