email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

SALONICCO DOCUMENTARI 2021

Recensione: Through the Window Glass, Three Acts

di 

- Il film di Christos Barbas documenta due mesi in una casa di cura per anziani rimasta chiusa all'esterno durante la prima ondata della pandemia, ed è una visione piacevole con un messaggio umano

Recensione: Through the Window Glass, Three Acts

Durante la prima ondata dell’epidemia di COVID-19, una casa di cura per anziani ad Agios Stefanos, a nord di Atene, è stata messa in quarantena per due mesi. Gli operatori si sono sottoposti al test e si sono confinati anch’essi insieme ai residenti, garantendo così una quarantena infallibile per quella parte della popolazione più vulnerabile. Tre settimane prima della fine di questo periodo, il regista Christos Barbas ed il cameraman Michalis Geranios si sono uniti a loro per documentare il primo caso di questo genere noto globalmente, il che ha portato alla produzione del film Through the Window Glass [+leggi anche:
trailer
scheda film
]
, la cui anteprima mondiale è stata da poco mostrata al Festival del Documentario di Salonicco.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Attraverso una serie di osservazioni ed interviste con i residenti e gli operatori della casa di riposo, Barbas ha individuato facilmente i principali temi di questo tipo di istituzioni, come viviamo e percepiamo la vecchiaia, e come dottori, infermieri ed altri operatori affrontano il loro lavoro in circostanze sia abituali che straordinarie.

Questa particolare casa di cura è probabilmente migliore di ogni altro simile stabilimento. È pulita, di recente ristrutturazione e ben equipaggiata, gli operatori sono socievoli e gentili con i pazienti. Come afferma una delle infermiere, durante questo periodo sono diventati davvero una famiglia, il che in qualche modo compensa anche il fatto che essa stessa stia passando molto tempo lontana dalla sua vera famiglia. In una scena che mostra le infermiere nel tempo libero, la maggior parte di loro concorda sul fatto che si sentono meglio qui che fuori. Poiché la libertà di una vita normale è stata negata con facilità dalle misure relative alla pandemia, esse percepiscono intenzionalmente il loro ambiente limitato, come liberatorio: qui almeno, sanno esattamente perché sono isolate.

Un gerontologo della struttura ci spiega che guardiamo alla vecchiaia nel modo sbagliato. Gli anziani non sono “gli altri”; sono semplicemente noi con qualche decina di anni in più. Necessitano qualcosa di più del solo cibo, riposo e pulizia, ed il semplice fatto che siano anziani non significa che non abbiano altre necessità come tutti quanti noi. In una scena particolarmente gioiosa, i residenti hanno l’opportunità di viaggiare verso le isole o verso le loro città – attraverso i visori VR.

I pazienti stessi sono presentati quanto più dignitosamente possibile, sia che stiano facendo i loro esercizi quotidiani fisici o mentali, sia che stiano parlando dei loro film preferiti, di musica o delle loro vite. “Credo che a questa età, esista solo il passato, nessun presente”, afferma un’anziana e sveglia signora. Quando le viene ricordato che si trova ancora lì, lei concorda, ma i suoi occhi rivelano una malinconia derivante dal riconoscimento del suo vero stato. Uno dei residenti era un commerciante di Lamborghini, un altro lavorava nel controllo del traffico aereo, e sebbene non siano più quelli di una volta, si può affermare che il loro spirito sia ancora ben vivo.

Quando le loro famiglie vengono a visitarli, devono rimanere dall’altra parte della finestra comunicando attraverso un telefono (ad un certo punto, gli operatori aprono la porta mantenendo però due metri di distanza tra loro). Quando pongono le mani sul vetro per “toccarsi” l’un l’altro, è inevitabilmente commovente anche per lo spettatore stesso.

Through the Window Glass, ben diretto e concepito, è inevitabilmente sentimentale, ma non sdolcinato. Se esiste un film in cui una colonna sonora creata da un solo pianoforte (composta dal regista stesso) ci stia a pennello, è questo piccolo e modesto documentario. È una visione piacevole, che trasmette un messaggio umano e che mostra un buon equilibrio tra i temi ed i personaggi. È stato prodotto dalla società greca Timeline Productions.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dall'inglese da Chiara Morettini)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy