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MONACO 2021

Recensione: A Pure Place

di 

- La stramba favola greco-tedesca di Nikias Chryssos, ambientata su un'isola pittoresca, pretende di essere una combinazione tra Nuovo Testamento, J.M. Barrie e Sofocle

Recensione: A Pure Place
Sam Louwyck in A Pure Place

A volte i film che descrivono sette assassine vengono promossi a opere di culto, ma è improbabile che A Pure Place [+leggi anche:
intervista: Nikias Chryssos
scheda film
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ottenga mai questa etichetta. Il film ha la qualità produttiva e l'impatto visivo di un videoclip rock della metà degli anni 2000 e una trama che sembra ispirata al tipo di sostanze ricreative che i registi in stile Jodorowsky si aspettano che i loro spettatori consumino per apprezzare appieno i loro film, vanificando ciascuno dei suoi tratti stilistici più impressionanti con la sgradevole sensazione che si tratti di un'opera di terrificante stupidità. Questo film di Nikias Chryssos, il suo secondo lungometraggio dopo The Bunker [+leggi anche:
trailer
scheda film
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, presentato in anteprima a Berlino, è stato proiettato lo scorso fine settimana al Festival di Monaco.

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Tornando al tema degli stimolanti, c'è una tradizione nel mondo della stand-up comedy che dice che l'interprete deve essere completamente sobrio davanti al microfono, per mantenere il vantaggio sul pubblico, che è quello che deve essere veramente ubriaco. Questa storia trasmette un sentimento così confuso e incoerente nella sua trama, idee e caratterizzazione (mescolando numerose fonti incompatibili, come culti sadici e strizzatine d'occhio alla Tim Burton), che non raggiunge alcuna profondità.

La cosa davvero inquietante è che i bambini sono una parte centrale del plot. A Pure Place è raccontato principalmente dal punto di vista dei giovani fratelli Paul (Claude Heinrich) e Irina (Greta Bohacek), rapiti da una setta (aggiungere l'aggettivo "strana" sarebbe superfluo) che si basa su un dogma di estrema "pulizia": i bambini sono usati come schiavi in ​​una fabbrica che produce una nota marca di sapone. Questo sapone è firmato "Fust", che è anche il nome del leader tirannico della setta (interpretato dall'attore veterano Sam Louwyck), la cui famiglia aveva precedentemente fabbricato questo prodotto (in un contesto meno "settario"). Irina abbandona la schiavitù infantile per diventare prematuramente una delle anziane del culto, quando uno strano esame ecografico rivela che i suoi organi sono completamente bianchi. La performance di Louwyck è uno degli aspetti più attraenti di questo film, poiché l'attore fa un ottimo lavoro nel dare sostanza allo strano arco del personaggio di Fust (invocando in qualche modo lo spirito di Christopher Lee in The Wicker Man e i membri della setta svedese di Midsommar).

Ciò che irrita di più è la mancanza di convinzione: Chryssos vorrebbe che noi ammirassimo i suoi riferimenti mitologici e il presunto spirito satirico dell'opera, e che lo prendessimo sul serio, con la certezza che tutto questo è in realtà uno scherzo: una setta sinistra che, ironia della sorte, si dedica alla distribuzione di prodotti per l'igiene. Vorrebbe anche che ci scandalizzassimo per la sessualizzazione dei bambini da parte di queste sette, evitando però di mostrare materiale sensibile. Per finire, ci sono immagini che evocano il Terzo Reich (cosa comune a molti film di natura allegorica), ma, ancora una volta, sono lì solo allo scopo di esercitare più crudeltà sulle vittime del culto e generare una suspense artificiale.

Chryssos ha un innegabile talento come ideatore e creatore di immagini, ma la mancanza di profondità e incoerenza del suo lavoro è lampante. Hai l'impressione di vagare, in tutta follia, nella sua vasta immaginazione, e di trovare per strada molti rami in cui puoi inciampare.

A Pure Place è una produzione tedesca di Violet Pictures UG.

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(Tradotto dall'inglese)

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