email print share on Facebook share on Twitter share on LinkedIn share on reddit pin on Pinterest

CANNES 2021 Semaine de la Critique

Recensione: Olga

di 

- CANNES 2021: Ginnastica e rivoluzione ucraina per la campionessa adolescente al centro dell'intenso film d'esordio di Elie Grappe, che esplora le sfaccettature contrastanti della dedizione assoluta

Recensione: Olga
Anastasia Budiashkina in Olga

"Vedremo se te lo meriti, il tuo posto". Nello sport ad alto livello così come nell'impegno rivoluzionario, sei sfidato e metti alla prova te stesso: scelte difficili, perseveranza e rischi sono essenziali per perseguire i tuoi ideali. È questo il cuore del tema affrontato in Olga [+leggi anche:
trailer
intervista: Elie Grappe
scheda film
]
, l'opera prima molto fisica e dinamica del regista francese Elie Grappe, presentata in concorso alla 60ma Semaine de la Critique del 74° Festival di Cannes.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

Jaeger, Tkatchev, magnesia, fasciature ai polsi, uscite spettacolari alla sbarra, ma anche pesanti cadute ripetute in allenamento prima di padroneggiare i movimenti più impegnativi: a 15 anni Olga (Anastasia Budiashkina) è una campionessa in erba, tra le migliori ginnaste ucraine e punta ai prossimi Campionati europei. Ma le inchieste di sua madre giornalista sulla corruzione ai più alti livelli dello Stato nel 2013 a Kiev sollevano minacce dirette alle loro vite. Per proteggere Olga senza dover rinunciare alle sue ambizioni sportive, la madre manda l'adolescente (una ragazza molto determinata: "il capo sono io!") in Svizzera, il paese del defunto padre. Vivendo con una famiglia ospitante a due passi dal centro di allenamento della nazionale svizzera, Olga dovrà mettersi alla prova sugli attrezzi (con il suo nuovo allenatore e circondata da compagne di squadra che non sono tutte contente del suo arrivo), ma anche sopportare, così giovane, la quotidianità del suo esilio (fatto di comunicazioni su Skype con sua madre e con Saha – Sabrina Rubtsova – la sua migliore amica ed ex compagna di squadra) e considerare di rinunciare alla sua nazionalità ucraina. Un bivio complicato per l'adolescente e improvvisamente amplificato dalle manifestazioni che si accendono a Kiev, piazza Maidan, una febbre rivoluzionaria contro un potere che si difende brutalmente, con la madre di Olga in prima linea... Eventi esplosivi che la giovane ginnasta assimila intensamente per immagini interposte (esclusivamente video ripresi dai telefoni) nella grande calma dell'altopiano svizzero dove si ostina ad allenarsi perché si avvicina l'Euro di Stoccarda...

Film incentrato sui corpi delle sportive in azione con i loro rituali, le loro poche parole e il carattere implacabile di successi e fallimenti, Olga racconta, con una notevole capacità di catturare le atmosfere, i paradossi degli adolescenti che operano un controllo totale sulle proprie emozioni ribollenti. Una tensione di fondo permanente (incarnata perfettamente dalla protagonista) e un conflitto interiore che riecheggia intelligentemente il più ampio gioco delle dualità tra la Svizzera e l’Ucraina, dove è in atto un conflitto esterno. Ideali speculari che si sposano perfettamente con una delle canzoni rivoluzionarie di Maidan: "per la libertà, daremo corpo e anima".

Prodotto dagli svizzeri di Point Prod e i francesi di Cinéma Defacto, Olga è venduto nel mondo da Pulsar Content.

(L'articolo continua qui sotto - Inf. pubblicitaria)

(Tradotto dal francese)

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per ricevere altri articoli direttamente nella tua casella di posta.

Privacy Policy