Recensione: Tromperie
di David Katz
- CANNES 2021: Il maestro francese Arnaud Desplechin crea una cosa rara: un buon film tratto da un romanzo di Philip Roth
Roubaix sta a Newark come Paul Dédalus sta a Nathan Zuckerman, ma forse non come, in effetti, la Francia sta agli Stati Uniti. Potremmo continuare, ma Tromperie [+leggi anche:
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intervista: Arnaud Desplechin
scheda film] di Arnaud Desplechin, adattamento del romanzo di Philip Roth pubblicato nel 1990, è un po' un "film evento" per un certo tipo di cinefilo nevrotico, principalmente maschio, qualcosa di tanto eccitante come quando Paul Thomas Anderson ha adattato Vizio di forma di Pynchon nel 2014 (sebbene le sensibilità degli ultimi due siano più divergenti). Constatiamo con gioia che il risultato è un buon lavoro, molto creativo, in quel modo meravigliosamente affascinante che è caratteristico di Desplechin: il film è stato realizzato in modo tale da poter resistere a diverse visioni e sarà di grande interesse per i moltissimi maniaci di Philip Roth (probabilmente anche molto nevrotici) in giro per il mondo. Il film è stato proiettato a Cannes nella nuova sezione Première.
In Tromperie di Desplechin, Philip Roth (questo è il primo romanzo in cui lo scrittore ha usato "se stesso" – o forse no – nel suo lavoro) non diventa Philippe, ma Philip Lo Scrittore Americano, incarnato in modo abbastanza brillante da Denis Podalydès. L'altro personaggio principale, l’Amante Inglese di Philip, interpretata divinamente da Léa Seydoux, rimane senza nome nel film come nel libro – ed è proprio qui che inizia il punto critico che il film affronta con attenzione. A differenza di altri scrittori e artisti che sono stati letteralmente "cancellati", il lavoro di Roth e la sua reputazione non sono stati mai intaccati, mentre esaminiamo attentamente il lavoro di artisti problematici, potenzialmente abusivi, prevalentemente di sesso maschile. Tromperie, che è l'espressione stessa dell'autocoscienza, guarda e critica, con lo stesso spirito, questo archetipo dell’autore bastardo, e formula così un bellissimo omaggio a Roth, all'amore occasionale (per dire le cose in modo romantico!) e forse anche allo stesso Desplechin. Inoltre, una delle sue grandi habitué, l'attrice Emmanuelle Devos, ha qui un nome vero che rimane intatto: Rosalie.
La "trama" in quanto tale è facile da descrivere, ma è un film complesso (che non equivale ad essere "complicato"), con molti livelli audiovisivi e tematici che si sovrappongono e si ingarbugliano. Philip, che è un uomo sposato, ha come molti scrittori il cui reddito proviene esclusivamente dalla loro attività di scrittura, uno studio separato dalla sua casa o dal suo ufficio, e come potrete immaginare non trascorre molto tempo a scrivere. Il suo principale visitatore è il personaggio di Seydoux, e sebbene il sesso sia generoso, la conversazione tra loro è altrettanto abbondante: è il famoso “dialogo tra amanti”. Tutti i tipi di argomenti rilevanti vengono affrontati durante i dialoghi tratti direttamente dalla traduzione francese del libro di Maurice Rambaud: lealtà, infedeltà, scherzi, prese in giro, l'anima, la mente e, naturalmente, gli ebrei, l'ebraismo e l'ebraicità. Desplechin contribuisce a renderlo un tributo all'amore, alle relazioni che agitano e perseguitano l'anima, piuttosto che un'apologia della predazione.
Il romanzo, come il cinema, ha una storia vasta: è associato alla "narrazione", ma in una veste intellettuale più elevata, con l'aggiunta di molto altro. Roth era un grande narratore, con un grande senso del tempismo e dell'intreccio. La delusione di questo film è che Desplechin non riesce a riprodurre del tutto la potenza della "grande svolta" del libro, così che il film è leggermente insoddisfacente al momento dell'epilogo, sebbene l'inquadratura finale sia molto poetica. Detto questo, continua ad abitare magnificamente la mente dello spettatore dopo la proiezione. Più film adattati da Roth, per favore, e con grandi registi al timone?
Tromperie è una produzione interamente francese, guidata da Why Not Productions. Le vendite sono curate da Wild Bunch International.
(Tradotto dall'inglese)
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