Recensione: Women Do Cry
di Kaleem Aftab
- CANNES 2021: Mina Mileva e Vesela Kazakova realizzano una satira politica sulle strutture del potere sessuale ancora prevalenti in Bulgaria e nel mondo, usando commedia, rabbia e frustrazione
Le cineaste Mina Mileva e Vesela Kazakova hanno iniziato la loro carriera cinematografica con due potenti documentari sulla società bulgara. Per il loro primo lungometraggio, Cat in the Wall [+leggi anche:
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intervista: Mina Mileva, Vesela Kazakova
scheda film], del 2019, si sono concentrate su una famiglia bulgara a Londra. Il film ha affrontato i cambiamenti negli atteggiamenti nei confronti degli europei e delle classi sociali nella società britannica, dove vivevano da decenni. Women Do Cry [+leggi anche:
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intervista: Mina Mileva, Vesela Kazakova
scheda film], proiettato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes, vede le registe realizzare il loro primo film di finzione in Bulgaria ed esaminare come una famiglia composta principalmente da donne affronta il sessismo e i valori conservatori nel loro paese.
Il personaggio che ha più tempo sullo schermo è Sonja, interpretata dalla superstar bulgara Maria Bakalova. L'attrice ha interpretato il personaggio che contrae l'AIDS da un amante sposato prima di girare Borat Successive Moviefilm, per il quale è stata nominata all'Oscar ed è diventata una star internazionale. La sua presenza dovrebbe garantire un po' di attenzione per il film, nel quale è in balia delle emozioni, mentre cerca di far fronte alla sua cattiva salute e alla convinzione che la sua vita sessuale sia finita, nonostante sia appena iniziata. Sonja affronta emozioni diverse, è irritata un attimo e in lacrime il prossimo. Ottiene sostegno principalmente da sua sorella Lora (Ralitsa Stoyanova), con la quale ha una relazione gloriosamente antagonistica. Mentre l'azione avanza, il film inizia a concentrarsi maggiormente sui membri della famiglia allargata, tra cui la zia Veronica (Bilyana Kazakova), bloccata a casa a prendersi cura di un bambino, una zia lesbica (co-regista/sceneggiatrice Kazakova) e il nonno (Iossif Surchadzhiev). Attraverso loro, le osservazioni ascoltate alla televisione e alla radio e attraverso il modo in cui vengono affrontate, emerge un quadro di una società misogina favorevole al patriarcato. L'unica scena di sesso tra le tante fatta con gentilezza e amore è quella tra due donne.
Nonostante il suo tema scottante e la sua forte condanna verso i valori patriarcali, con scene di medici che si rifiutano di aiutare i pazienti perché non sono d'accordo con i loro valori liberali, Women Do Cry ha momenti piuttosto divertenti. È la quintessenza della tragicommedia, poiché le scene alternano risate e dolore per creare disagio nello spettatore. Il lavoro della cinepresa, inoltre, aiuta a capire che il film è un invito all'azione, avendo la sensazione di star’ guardando un documentario in alcuni momenti, mentre in altri, delle riprese più standard osservano il tutto da lontano. Questo mix non convenzionale di forze estetiche a volte può essere stridente, ma è in linea con un film che richiede nuovi modi di pensare per abbattere vecchie credenze e strutture.
L'ispirazione per la storia viene da incidenti realmente accaduti nella famiglia della co-regista Kazakova (alcuni degli attori sono anche membri della sua famiglia). Il film mostra delle donne che affrontano situazioni difficili, molte delle quali sono causate da uomini. Ci sono scene di uomini che si rifiutano di indossare il preservativo, molestie sessuali sul lavoro, depressione postnatale e proteste contro l'uguaglianza di genere per le strade. Il principale difetto del film, tuttavia, è che l'HIV sembra più un espediente della trama, con la comprensione iniziale della malattia come causa dello stigma che passa in secondo piano quando il film si sposta sul sessismo in generale. Le co-registe hanno realizzato un film frammentario e disomogeneo dal punto di vista narrativo, ma questa coerenza narrativa sembra secondaria al desiderio di evidenziare le disuguaglianze e fare una satira politica piena di vigore.
Il film è stato prodotto da Activist38, Ici Et Là Productions e ARTE France Cinéma. Le vendite internazionali sono gestite da mk2 Films.
(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)
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