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CANNES 2021

Recensione: La pantera delle nevi

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- CANNES 2021: Il debutto di Marie Amiguet è un documentario poetico che segue la ricerca del fotografo naturalista Vincent Munier e del romanziere Sylvain Tesson del leopardo delle nevi

Recensione: La pantera delle nevi

Il lungometraggio d'esordio di Marie Amiguet, La pantera delle nevi [+leggi anche:
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intervista: Marie Amiguet e Vincent Mu…
scheda film
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, è stato uno dei titoli presentati alla Selezione Ufficiale del Festival di Cannes di quest'anno, nella sezione speciale Cinema for the Climate. Il nuovo filone, nato come risposta all'emergenza climatica, riflette l'urgenza della situazione attuale e intende sottolineare l'impegno del festival nel proteggere l’ambiente.

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Nel suo documentario, Amiguet segue da vicino la ricerca da parte di due uomini del misterioso leopardo delle nevi, in cima all'altopiano tibetano. Il primo è Vincent Munier, uno dei fotografi naturalisti più famosi al mondo, mentre il secondo è il romanziere, geografo e avventuriero Sylvain Tesson, celebre per il suo libro Nelle foreste siberiane. Febbraio-luglio 2010.

La documentarista adotta un approccio prevalentemente contemplativo, mantenendo un profilo molto basso e alternando immagini mozzafiato di paesaggi magici alle meravigliose creature che popolano il Tibet. L'accostamento è in qualche modo efficace e contribuisce a regalare un'intensa esperienza sensoriale. Il cielo scuro, la nebbia, le aspre montagne, la neve, le grotte degli orsi e tutta la natura nella sua bellezza - e crudeltà - servono come ispirazione per le riflessioni dei due uomini sulla loro ricerca e, soprattutto, sul travagliato rapporto tra l'umanità e l'ambiente.

Inoltre, la colonna sonora originale, composta da Warren Ellis e con la partecipazione di Nick Cave, aiuta a costruire lo "spirito filosofico" del film, lasciando ampio spazio agli spettatori per sviluppare le proprie riflessioni o semplicemente godersi un momento di quiete mentre si osservano immagini fisse o in movimento di straordinaria bellezza.

Mentre Amiguet ha il delicato compito di lavorare con il girato e infondere la sua visione, è importante sottolineare come questo film sia frutto del lavoro di un trio: la regista condivide infatti i compiti di scrittura, ripresa e registrazione del suono con Tesson e Munier. Nel complesso, il team compie la sua missione; nella sequenza finale, un momento di divulgazione altamente emotivo è in grado di chiarire perché la ricerca del leopardo delle nevi non è la solita nuova avventura, ma fa parte della ricerca finale della bellezza da parte del trio. L'aspetto del leopardo delle nevi, una specie rara e difficile da individuare nel cuore degli altopiani tibetani, creatura maestosa in tutta la sua eleganza (e spietatezza), funziona da potente metafora per un mondo in pericolo che potremmo non essere più in grado di vedere nel giro di poche generazioni. La Panthère des neiges è una manna dal cielo per gli amanti dei documentari d'osservazione, dello slow cinema e della natura selvaggia.

Il film è stato realizzato dalle società di produzione francesi Paprika Films, Kobalann Production e Le Bureau. La parigina The Bureau Sales si occupa delle vendite.

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(Tradotto dall'inglese)

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