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PALIĆ 2021

Recensione: Parquet

di 

- Il veterano sceneggiatore e regista russo Aleksandr Mindadze riunisce alcuni dei migliori attori dell'Europa dell'est in un triangolo amoroso altamente metaforico

Recensione: Parquet

Noto per essere stato a lungo collaboratore alle sceneggiature dell' autore sovietico Vadim Abdrashitov, Aleksandr Mindadze, in epoca post-sovietica, ha scritto anche per Alexei Uchitel e ha realizzato diversi film: Parquet [+leggi anche:
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è il suo quarto e ultimo film. Il film è stato presentato in anteprima al Tallinn Black Night Film Festival 2020 ed è ora selezionato nel programma Parallels and Encounters del Festival del Cinema Europeo di Palić.

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Chiamato con il nome di un pappagallo e, secondo un aneddoto sarcasticamente ironico, con un pene enorme che si erge solo mentre balla, il protagonista di Parquet chiamato Cockatoo è un uomo in crisi da pensionamento. Deve dimostrare a se stesso di poter ballare ancora il tango a tre - con l'ex moglie Valencia e l'amante di sempre Elisabeth - per sentire che la passione e la potenza (sia artistica che erotica) non sono scomparse definitivamente dalla sua vita. Il conflitto principale di questo dramma a tre, un po' antiquato, ruota attorno al desiderio più intimo di Cockatoo, che naturalmente rimarrà insoddisfatto.

I tre personaggi si ritrovano nella stessa sala da ballo che hanno dominato 25 anni fa, quando hanno introdotto il tango a tre. Il locale è ora pieno di giovani energici, ignari della fama del trio, che li fa sentire goffamente antiquati. Per questo motivo, preferiscono chiudersi in una stanza d'albergo per provare, ricordare, abbracciarsi e litigare, nel tentativo di prepararsi alla loro ultima esibizione. Ma nessuno è pronto e il trio trascorrerà innumerevoli ore improduttive alla ricerca di un legame scomparso. La sensazione principale di questo segmento è la paura di Cockatoo che non solo la giovinezza, ma anche la vita gli sia inevitabilmente passata davanti senza essere riuscito a lasciare una traccia di sé.

Come suggerisce il titolo del film, la messa in scena e l'atmosfera generale di Parquet sono intenzionalmente teatrali: i personaggi vivono nell'ambiente chiuso e claustrofobico di una sala da ballo, di un hotel, di un ristorante - solo spazi artificiali e provvisori. Il dialogo flirtante tra i tre è a tratti sgargiante e pretenzioso, mentre rivela fatica e disperazione sotto la maschera. Francamente, lo sguardo e l'attenzione dello spettatore si stancano di questo dialogo infinito, ambiguo e pseudo-cechoviano in cui, contrariamente alle norme cechoviane, non tutti gli elementi appaiono necessari. In questo caso, il finale metaforico che dimostra che la morte non può né danzare né aspettare è piuttosto un sollievo.

Poiché Parquet si basa sulla struttura di un insieme di relazioni, il suo aspetto prezioso risiede probabilmente nel cast. Elisabeth, l'amante giocosa e affascinante ma isterica, è interpretata freneticamente dall'attrice polacca Agata Kulesza, nota in Ida [+leggi anche:
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, interpreta l'ex moglie Valencia, apparentemente riconciliata. L'ex amante di Elisabeth, Bulat, che compare brevemente, è affidato all'attore estone Taavi Eeelmaa, già presente nei film di Veiko Õunpuu, tra cui Autumn Ball [+leggi anche:
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. Il nevrotico Cockatoo, invece, è magistralmente interpretato dal popolare attore polacco Andrzej Chyra (Beyond Words [+leggi anche:
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, Ether [+leggi anche:
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), capace di esprimere in modo intuitivo la paura esistenziale del personaggio per la vecchiaia e la morte.

Parquet è stato prodotto dallo stesso Aleksandr Mindadze e Liza Antonova, per Passenger Film Studio (Russia), in coproduzione con REASON8 Films (Regno Unito) e Impact Film (Polonia).

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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