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GALWAY 2021

Recensione: The Queen v Patrick O’Donnell

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- Il docu-dramma di Tomás Seoighe è un film avvincente che svela la storia di Patrick O'Donnell, il repubblicano irlandese giustiziato per l'omicidio di James Carey nel 1883

Recensione: The Queen v Patrick O’Donnell
Eoghan Mac Giolla Bhríde in The Queen v Patrick O’Donnell

Uno dei film presentati in anteprima mondiale al Galway Film Fleadh (il festival irlandese principale) di quest'anno, è stato il primo lungometraggio di Tomás Seoighe, The Queen v Patrick O’Donnell [+leggi anche:
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. Questo docu-dramma molto ben studiato racconta la complessa storia di come Patrick O'Donnell, un uomo del Donegal Gaeltacht senza affiliazioni politiche esplicite, sia arrivato a sparare e uccidere una delle figure di spicco della squadra di assassini nota come "The Invincibles" (e il più famoso informatore irlandese), James Carey, su una nave al largo delle coste del Sudafrica nel 1883. Carey aveva precedentemente tradito i The Invincibles, in seguito all'omicidio degli alti funzionari statali Lord Frederick Cavendish (Seamus Hughes) e Thomas Henry Burke (John Keane) nel parco Phoenix di Dublino il 6 maggio 1882.

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Il film, la cui struttura è lineare e facile da seguire, alterna sezioni con "teste parlanti" di importanti esperti di storia irlandese (la maggior parte dei quali sono anche di madrelingua irlandese) con una serie di sequenze realizzate con maestria che illustrano sia i fatti storici confermati sia le diverse testimonianze dell'omicidio di Carey e i principali eventi che hanno portato al crimine.

In questo film c'è una grande attenzione ai dettagli - visibile soprattutto attraverso la forte scenografia e la fotografia - e un'eccellente recitazione (raramente riscontrabile nei docu-dramma, dove le sequenze messe in scena hanno spesso il ruolo di mero "accompagnamento visivo"). In particolare, vale la pena di elogiare il lavoro di Eoghan Mac Giolla Bhríde (Song of Granite [+leggi anche:
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) nel ruolo di Patrick O'Donnell e di Stephen Jones (Dublin Oldschool) nel ruolo di James Carey, che mostrano grandi capacità interpretative sia in inglese che in irlandese.

Il film contiene nuove prove provenienti dai fascicoli del Ministero degli Interni britannico tenuti nascosti per oltre un secolo e fa un ottimo lavoro per spiegare come un uomo umile e dalla voce pacata proveniente dal Donegal sia diventato un ribelle, un assassino, un eroe nazionale e, infine, una leggenda, ancora oggi ricordata attraverso la celebre ballata popolare "Pat O'Donnell from Donegal". In seguito, scopriamo anche qualcosa di più sulla misteriosa donna che si spacciava per sua moglie, Susan Gallagher (interpretata da Bridin Ni Mhaoldomhnaigh), e sugli appelli accorati dell'allora Presidente degli Stati Uniti Chester A Arthur (O'Donnell era anche cittadino americano) e dello scrittore francese Victor Hugo, che tuttavia non aiutarono l'uomo a sfuggire alla sua condanna a morte.

Sebbene gli argomenti storici e il caso giudiziario in sé possano risuonare maggiormente per il pubblico irlandese, le numerose teste parlanti che presenti riescono a infondere al film uno stile di narrazione semplice che potrebbe essere in grado di attirare anche il pubblico d'oltreoceano. Inoltre, la messa in scena di Seoighe è semplice ma elegante. La scelta di utilizzare un fondale nero in tutte le scene ambientate a corte è piuttosto efficace: dà un buon senso di teatralità ma produce anche la sensazione di guardare delle sagome stampate sulla pagina di un libro di storia. In conclusione, il debutto di Seoighe è un'esperienza visiva avvincente, che soddisferà gli amanti dei documentari storici, arricchiti da un po' di intrighi e drammi giudiziari.

The Queen v Patrick O’Donnell è stato prodotto da ROSG con base a Spiddal.

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(Tradotto dall'inglese da Alessandro Luchetti)

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