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LOCARNO 2021 Concorso

Recensione: La place d’une autre

di 

- Aurélia Georges presenta in Concorso internazionale il suo terzo lungometraggio, un film poetico di un classicismo destabilizzante che affronta il tema dell’alterità

Recensione: La place d’une autre
Lyna Khoudri e Sabine Azéma in La place d’une autre

Dopo aver presentato i suoi primi due lungometraggi (L’homme qui marche [+leggi anche:
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e La fille et le fleuve [+leggi anche:
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) a Cannes (ACID), Aurélia Georges sbarca quest’anno al Locarno Film Festival (Concorso internazionale) per presentare il suo ultimo lavoro La place d’une autre [+leggi anche:
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intervista: Aurélia Georges
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, un viaggio misterioso ed elegante nei meandri di una società compartimentata in classi sociali che non hanno nessun contatto fra di loro. Intriso di un classicismo e di un rigore visivo intensi, La place d’une autre ci spinge a metterci nei panni della protagonista, costretta suo malgrado ad incarnare un ruolo che non è il suo, per sopravvivere ma anche e soprattutto per sperimentare una libertà e una tenerezza che sembrano riservate esclusivamente ai ricchi.

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Sopravvivere nel caos opprimente della guerra in una società nella quale l’origine sociale gioca un ruolo preponderante non è certo cosa facile. Se oltre a ciò aggiungiamo pure il fatto di essere nate “donne” il quadretto diventa ancora più cupo: come fare a difendersi da una società basata su di un feroce patriarcato? Quali sono le armi a disposizione di un essere al quale è stato negato il diritto di esprimersi? La place d’une autre affronta queste domande scomode ricordandoci quanto il passato, anche se lontano, è spesso il riflesso grottesco di un presente, il nostro, che ha ancora paura di confrontarsi con la diversità.

Sebbene ispirato dal racconto inglese The New Magdalen (1873) del misterioso autore vittoriano Wilkie Collins (amico e collaboratore di Charles Dickens), Aurélie Georges ha deciso di ambientare il suo lungometraggio in Francia, all’inizio della Prima guerra mondiale. In quest’ambientazione cupa e angosciante ritroviamo la giovane Nélie, interpretata da Lyna Khoudri, laureata del premio Orizzonti per la miglior attrice a Venezia (Blessed [+leggi anche:
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), una donna alla ricerca di un riscatto sociale che le permetta di esistere al di là della sua condizione sociale. Grazie all’aiuto della Croce Rossa, la nostra eroina, diventata una coraggiosa infermiera al fronte, può finalmente abbandonare la sua vita miserabile nella quale la lotta per la sopravvivenza è moneta corrente. Durante un brutale bombardamento, una misteriosa donna perde la vita e Nélie decide di rubarne l’identità sperando così di poter riscattare la sua vita, definitivamente. Purtroppo il destino ha deciso altrimenti impedendole di vivere serenamente un sogno che si trasforma gradatamente in incubo. I sensi di colpa cominciano ad attanagliarla e l’angoscia si impossessa come un’ombra isidiosa del suo quotidiano.

Grazie ad un crescendo emotivo perfettamente controllato, Aurélia Georges ci permette di assistere al trionfo dell’essere liberato infine dal peso di una società che vorrebbe controllare tutto e tutti. Sostenuto da un cast d’eccezione: la memorabile Sabine Azéma, la misteriosa e glaciale Maud Wyler, già presente a Locarno con L’ordre des medecins [+leggi anche:
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di David Roux e la stella nascente Lyna Khoudri, La place d’une autre ci spinge a riflettere al tema dell’identità intesa come maschera, un’identità fluttuante che non ha niente a che vedere con la vera e profonda essenza dell’essere. Il viso a tratti infantile di Nélie sembra incarnare un universo interiore che non ha nulla a che vedere con la classe sociale di appartenenza, un universo fatto di battaglie ma anche di sogni, un universo nel quale poter essere finalmente sé stessi.

La place d’une autre è un film innegabilmente classico, quasi all’eccesso, ma che riesce comunque a farci riflettere sul nostro presente nel quale l’apparenza conta decisamente di più dell’essenza intima e interiore.

La place d’une autre è prodotto 31 Juin films (Francia) e coprodotto da ARTE France Cinéma. Pyramide International si occupa delle vendite all’internazionale.

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