SARAJEVO 2021 Concorso documentari
Recensione: Disturbed Earth
- Nel loro documentario profondamente toccante, Kumjana Novakova e Guillermo Carreras-Candi tessono la trama del dolore collettivo attraverso le tragedie individuali intorno a Srebrenica
La guerra distrugge paesi, comunità e vite, anche di quelli che sono fisicamente sopravvissuti. La guerra in Bosnia-Erzegovina ha ancora ripercussioni sul presente. È un argomento impegnativo, soprattutto l’11 luglio, il giorno del genocidio di Srebrenica, ma la narrazione dei principali media di entrambe le parti ruota intorno alle nazioni, ai gruppi etnici o religiosi e raramente si concentra sugli individui e sui loro destini.
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scheda film] di Kumjana Novakova e Guillermo Carreras-Cand, uno dei film presentati in anteprima mondiale nella sezione Documentari del Festival di Sarajevo. Come enunciato dalla didascalia introduttiva, il dolore collettivo è formato da perdite e dolori personali. Data la rilevanza del tema e la freschezza dello stile, il film non ha alcuna difficoltà a comunicare con un pubblico internazionale e ci si aspetta che verrà presentato ad altri festival.
Il film inizia con una breve introduzione realizzata per il ventesimo anniversario del genocidio (nel 2015). Si vede un autocarro decorato con bandiera e fiori mentre trasporta le bare con i resti terreni appena riesumati di persone uccise vent’anni prima. Segue poi l’incontro tra il veicolo e le famiglie delle vittime e la degna sepoltura della spoglia per assicurare ai morti la pace eterna.
Successivamente i due registi spostano la propria attenzione su tre sopravvissuti, la cui difficile vita quotidiana è segnata dalla tristezza causata dalla perdita e dal duro lavoro. Srećko è un uomo che vive grazie ai boschi intorno alla sua casa, su una collina appena sopra Srebrenica. Durante la guerra è stato chiamato alle armi dalla Republika Srpska e quindi costretto ad agevolare la perpetrazione di crimini di guerra contro i suoi vicini. Mirza è sopravvissuto a Srebrenica attraversando per giorni le montagne fino a Tuzla. Ora è tornato alla sua vecchia casa insieme a sua moglie e vive di agricoltura, dal momento che non ci sono posti di lavoro. Mejra ha perso il marito e i figli, ha 85 anni e vive coltivando ancora la terra.
L’osservazione della loro routine si alterna a immagini di repertorio dei tempi dei crimini di guerra, alcune famose altre non conosciute, e a due tipi di didascalie. Le prime, scritte da Kumjana Novakova, funzionano come una sorta di narrazione poetica, e il loro tono è lirico, persino elegiaco. Il secondo gruppo di didascalie è più fattuale, poiché i loro autori sono i protagonisti stessi, che condividono riflessioni, pensieri e ricordi sulla morte e sulla vita.
Queste emozioni si concentrano nella breve durata di poco più di 70 minuti, ma Disturbed Earth non sembra affatto sbrigativo. Si presenta infatti come meditativo, in parte anche grazie alla combinazione di cinema analogico e digitale di Novakova e Carreras-Candi e dal montaggio ipnotico di Jelena Maksimović. La scelta del materiale di repertorio è carica di simbolismo, mentre il design del suono di Oriol Gallart Miret è finemente sintonizzato. L’uso di musica angosciante solo al momento giusto si aggiunge all’atmosfera generale di sgradevolezza e di tristezza. Disturbed Earth pone lo spettatore nello stato d’animo ed emotivo necessario per capire e sentire le tragedie individuali e il dolore collettivo.
Disturbed Earth è una coproduzione tra Bosnia-Erzegovina, Macedonia del Nord e Spagna, delle compagnie Atzucac Films e Pravo Ljudski, con Televisió de Catalunya come coproduttore.
(Tradotto dall'inglese da Maria Carla Andreescu)
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