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VENEZIA 2021 Orizzonti

Recensione: El gran movimiento

di 

- VENEZIA 2021: Il boliviano Kiro Russo realizza un film affascinante sullo scontro tellurico tra la natura e i tentacoli avvelenati dell'urbanizzazione

Recensione: El gran movimiento
Julio César Ticona in El gran movimiento

"Questo ambiente mi sta uccidendo". Ai piedi delle alte montagne dell'Altipiano andino si distende, in un caotico concerto di martelli pneumatici e clacson, in un panorama trafitto da edifici in costruzione e anarchico groviglio di cavi elettrici, l'ipertrofica metropoli di La Paz. È nel cuore della capitale boliviana, nell'epicentro delle discrepanze tra modernità e natura, che Kiro Russo ha deciso di proseguire con El gran movimiento, presentato nel programma Orizzonti della 78ma Mostra di Venezia – un'affascinante opera cinematografica, all'incrocio tra finzione e documentario – avviato con il suo primo lungometraggio, Viejo Calavera (menzione speciale Cineasti del presente a Locarno nel 2016).

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Ritrovando Julio César Ticona nel ruolo di Elder, un minatore di Huanuni venuto con i suoi colleghi (in sette giorni di cammino) a manifestare per il lavoro, il regista si tuffa nella sua scia (e quella dei suoi amici Gallo - Israel Hurtado - e Gato - Gustavo Milán) attraverso l'esistenza della piccola gente che alimenta la città al mercato, nel dedalo di ripidi vicoli sovrastati dalle linee della funivia. Ma il giovane, preso sotto la sua ala protettiva da Mamá Pancha (Francisca Arce de Aro), una donna che presumibilmente conosceva bene sua madre, si ammala e il suo respiro sibilante e polveroso peggiora ogni giorno. Presto gli viene la febbre... È allora che interviene il secondo protagonista del film, Max (Max Eduardo Bautista Uchasara), una sorta di "vagabondo celeste" che vive ai margini della città, in mezzo agli alberi, picchi, rocce e cascate, tra visioni e canti, trance meditative ed esorcismi di intercessione con i poteri della natura. Una sorta di fenomeno che scende regolarmente nei quartieri più popolari della città dove viene accolto con gentilezza e qualche presa in giro ("vatti a lavare", "quanti cittadini vivono nella tua testa?"). Perché nella terra di Pachamama, la dea Madre Terra della cosmogonia andina, si crede ai rituali di purificazione e nella caccia agli spiriti maligni... Ma basterà questo a salvare Elder?

Riuscendo a creare una notevole e suggestiva alchimia tra un profondo realismo documentario e un'ammaliante dimensione romanzesca (lavorando in particolare sulle ombre e sulla grana dell'immagine, ma anche offrendosi delle fughe nella pura fantasia e due affascinanti passaggi di danza totalmente inaspettati, che ricordano in qualche modo Al di là delle montagne [+leggi anche:
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di Jia Zhangke), Kiro Russo mostra una personalità cinematografica molto forte e un talento atmosferico originale, mentre infonde anche un chiaro desiderio di resistere alla violenza attraverso la civiltà ("mai in ginocchio", "i cuori dei combattenti”). Un artista certamente da tenere d'occhio.

Prodotto dai boliviani di Socavón con i francesi di Altamar Films, il Doha Film Institute, gli svizzeri di Bord Cadre Films, gli inglesi di Sovereign Films e Miguel Angel Peñaloza, El gran movimiento è venduto nel mondo dai belgi di Best Friend Forever.

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(Tradotto dal francese)

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