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TORONTO 2021 Special Presentations

Recensione: Inexorable

di 

- Fabrice Du Welz propone un film noir, molto cupo, che scruta l'incontro inevitabilmente fatale tra una misteriosa ragazza e una coppia dell'alta borghesia

Recensione: Inexorable
Alba Gaïa Bellugi e Benoît Poelvoorde in Inexorable

Marcel Bellmer (Benoît Poelvoorde) sembra un po' assente. Assente a se stesso, assente di fronte alle complicazioni logistiche causate dal trasferimento della sua famigliola nella maestosa dimora del defunto suocero, assente di fronte alle richieste della moglie (Mélanie Doutey), che guida l’intera operazione con determinazione, e quasi assente di fronte alle domande del giornalista che interroga lui e sua moglie, il grande autore e l'editrice di successo, sul patrimonio letterario di cui si ritrovano depositari.

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Marcel ha fatto irruzione nel panorama letterario qualche anno prima con il suo primo romanzo che ha avuto un effetto esplosivo, intitolato Inexorable, ma al quale fatica a dare un seguito. Un primo romanzo che gli ha permesso di conquistare sua moglie, Jeanne, e una solida fan base.

Tra questi fan, la misteriosa Gloria (Alba Gaïa Bellugi) irrompe un giorno d'estate nella lussuosa dimora della coppia. Appare alla fine della strada, una visione quasi spettrale, la fanciulla e il lupo bianco. Il lupo bianco è il cane di Lucie (Janaïna Halloy), la bambina della coppia, un cane che fungerà da vero cavallo di Troia per Gloria, che lentamente si farà strada nella vita dei Bellmer.

Inesorabile: ciò da cui non si può sfuggire. Fin dall'inizio, tutti i personaggi sono condannati a incontrare il loro destino. La prima bugia funge da rivelazione, un granello di sabbia che incepperà metodicamente la bella macchina. Nonostante la loro forza, le loro bugie, la loro esitazione, la loro resistenza, i personaggi si precipitano a capofitto verso una terribile risoluzione.

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, proiettato nell’ambito delle Special Presentations del Festival di Toronto, è la cronaca di un dramma annunciato, un thriller sullo sfondo di bugie e desideri più o meno confessabili, messo in scena con un classicismo falsamente pudico da Fabrice Du Welz, che pur continuando a sondare le tenebre dell'animo umano, rimodella il suo cinema per sezionare la meccanica del dramma, e trascinare il pubblico in questo thriller mozzafiato, attraversato da domande scottanti su bugie e inganni, sia nella sfera privata che agli occhi del mondo, ma anche sui rapporti di dominio, all'interno della coppia così come nella società.

Cineasta della fuga e del vagabondaggio, nella natura mistica della sua trilogia delle Ardenne o di Vinyan [+leggi anche:
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, così come nelle inquietanti strade di Los Angeles in Message from the King [+leggi anche:
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, Du Welz osa con Inexorable l’huis clos e imposta il suo film come tale. La dimora borghese, teatro della caduta inesorabile dei tragici eroi del film, sembra vibrare al ritmo delle loro paure, delle loro ansie e dei loro desideri, iniziando anch’essa a sgretolarsi, a cadere a pezzi. Le micce esplose riecheggiano le esplosioni di follia vissute da questi personaggi fantoccio, che vagano per i corridoi della casa come se fossero posseduti.

Inexorable è prodotto da Frakas Productions, che iniziano bene questa nuova collaborazione con il cineasta belga, che qui ritrova il suo produttore francese The Jokers Film, che curerà anche la distribuzione in Francia, dove uscirà il 26 gennaio. Il film è venduto all'estero da Playtime e sarà distribuito in Belgio da O’Brother Distribution.

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(Tradotto dal francese)

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