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FILM / RECENSIONI Portogallo

Recensione: Paraíso

di 

- Il regista di Rage Sérgio Tréfaut torna con un sentito e poetico omaggio ai seresteiros

Recensione: Paraíso

La musica è un elemento determinante per molte culture, comunità e individui. È anche ciò che ci guida fino ai giardini del Palacio de Catete, a Rio de Janeiro, un luogo che, prima della pandemia, risuonava delle melodie di un gruppo di anziani (all'incirca tra i 70 e i 100 anni di età), che cantava e ballava ogni giorno. È proprio in questo luogo che Sérgio Tréfaut ha trovato il soggetto di Paraíso [+leggi anche:
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, un documentario che ritrae poeticamente l’essenza della seresta (un genere di musica tradizionale) e, soprattutto, di una generazione che in quel luogo ha trovato un rifugio sicuro.

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La musica è infatti una delle componenti più sostanziali di Paraíso, e riecheggia per tutto il film dal momento che il regista sceglie di mostrare accuratamente le performance (quasi rituali) di questa piccola comunità, presentando al pubblico una vasta gamma di brani che costituiscono le radici della memoria culturale brasiliana. Questo sguardo tenero, riflessivo e curioso permette allo spettatore di immergersi con naturalezza in questi emozionanti raduni di persone le cui anime sembrano nutrirsi di questa forma di espressione artistica e personale.

È facile rimanere incantati dal film, anche se include scene che interrompono deliberatamente lo stato di trance indotto dai momenti musicali. Questi cambiamenti di tono funzionano come piccoli semi che ci permettono di renderci conto dei diversi strati che compongono ogni scena musicale: cominciamo a prestare attenzione alla composizione visiva, che include aspetti della vita reale che si verificano dietro l'angolo, offrendo un assaggio più ragionevole di cosa questo paradiso possa effettivamente essere.

Ci vengono presentati anche gesti banali, come prendersi cura delle sedie di plastica bianca su cui siedono, o altre scene in cui abbiamo accesso a informazioni un po’ più dettagliate su questi individui. Queste informazioni possono provenire anche da oggetti che si trovano negli spazi privati in cui si esibiscono. Nell’esecuzione che Nicola e Rey fanno di “Izaura” di Miltinho, li vediamo al centro di uno spazio che ha un adesivo del Fluminense sulle scale, un disco di Carlos Alberto e un amplificatore sullo sfondo accanto a un ventaglio – un mix perfetto tra la normalità e le sensazioni prodotte dal vedere e ascoltare questo duo.

Questo è il magistrale equilibrio che Tréfaut raggiunge, permettendo allo spettatore di sentirsi a suo agio con l’amore che molto probabilmente proverà verso queste persone e le loro melodie. Quell'amore si trasforma in un dispiacere devastante alla fine del film, quando arriva la brutale e terrificante realtà della pandemia. Diversi seresteiros sono morti di Covid. Mestre Rubinho, maestro del bandolim, è morto dopo aver trascorso diversi giorni in attesa di un posto in ospedale. Come scrive Tréfaut, “il paese che amo scompare con loro”. Questa dichiarazione finale ci fa anche capire quanto questo film sia intrinsecamente politico, e quanto sia particolarmente importante oggi – come scrive il regista, "in omaggio a una generazione decimata".

La musica potrà essere la forza trainante di questo film, ma sono queste persone (oggi come ieri) i veri elementi del paradiso che evoca il titolo. E il film giusto e poetico di Tréfaut sembra quasi una risposta a una supplica che ascoltiamo in uno dei brani più emblematici di Alcione, cantato da Cleuza, una delle interpreti: “Antes de me despedir / Deixo ao sambista mais novo / O meu pedido final / Não deixe o samba morrer / Não deixe o samba acabar / O morro fede feito de samba / De Samba, pra gente sambar” – “Prima di salutarti / Lascio al sambista più giovane / il mio ultimo desiderio / Non lasciare che il samba muoia / Non lasciare che il samba finisca / La collina era fatta di samba / Samba, samba per ballare”.

Paraíso è una coproduzione portoghese-franco-brasiliana attualmente proiettata nei cinema portoghesi, prodotta da Faux e Les Films d’Ici. Il film è distribuito da Faux.

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(Tradotto dall'inglese)

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